Cassa forense, una lettura lungimirante del bilancio consuntivo al 31.12.2010

di Paolo Rosa

di Paolo Rosa * Il bilancio, formato in CdA ed approvato dal Comitato dei Delegati nella riunione del il 24 giugno 2011 alla unanimità, rappresenta un ottimo risultato per tutti coloro che vi hanno contribuito. Ora sarà inviato a tutti gli Ordini Forensi e pubblicato sul sito della Cassa. Perché si legge un bilancio? Perché ogni iscritto deve trovare la risposta alle domande che si pone. Com'è noto il bilancio art. 2423 c.c. si compone dello Stato Patrimoniale, del Conto Economico e della Nota Integrativa il primo descrive com'è costituito il patrimonio che assicura la continuità aziendale il secondo descrive i costi e i ricavi dell'azienda maturati per competenza nell'arco dei 12 mesi, mentre la nota integrativa, oltre al contenuto minimo obbligatorio previsto dal c.c., include elementi di dettaglio per meglio descrivere le attività svolte nel corso dell'esercizio che hanno originato movimentazioni di attività e passività nonché di costi e ricavi. Non sempre la lettura del bilancio si presenta facile. Meglio sarebbe affiancarlo con la predisposizione del bilancio sociale che rappresenta lo strumento migliore di comunicazione e di controllo sulla efficacia delle politiche dell'Ente Il Bilancio Sociale è uno strumento straordinario, rappresenta infatti la certificazione di un profilo etico, l'elemento che legittima il ruolo di un soggetto, non solo in termini strutturali ma soprattutto morali, agli occhi della comunità di riferimento, un momento per enfatizzare il proprio legame con il territorio, un'occasione per affermare il concetto di impresa come buon cittadino, cioè un soggetto economico che perseguendo il proprio interesse prevalente contribuisce a migliorare la qualità della vita dei membri della società in cui è inserito. La missione aziendale e la sua condivisione sono elementi importanti per ottenere il consenso della clientela, del proprio personale, dell'opinione pubblica . www.bilanciosociale.it Il bilancio consuntivo di Cassa Forense al 31.12.2010 si chiude con un saldo attivo di circa 500milioni di euro rispetto ai 300milioni del 2009. Tale fatto, sicuramente positivo, va visto però senza enfasi, perché è sopratutto il risultato della recente riforma previdenziale che ha comportato l'aumento di tutta la contribuzione obbligatoria, dai minimi, al contributo integrativo, aumento che ha allarmato - e non poco - le giovani generazioni di avvocati scatenando la protesta dei fax e su Facebook, protesta che non va sottovalutata. Infatti i contributi sono passati da 948,3milioni di euro del 2009 a 1.168,9milioni di euro del 2010 con un aumento di 220,60milioni di euro. Ne consegue che il saldo attivo di per sé non dice assolutamente nulla, nello specifico, né sulla gestione né sulla stabilità economico-finanziaria di lungo periodo dell'Ente. L'aumento del contributo soggettivo invece impatterà sul consuntivo 2011 essendo entrato nel modello 5 di questo anno. Sono altri gli indicatori di stabilità che l'iscritto deve andare a ricercare se vuole ragionare in termini di stabilità di lungo periodo. Le principali cause di aleatorietà degli enti previdenziali derivano dalle difficoltà di prevedere con precisione gli sviluppi demografici rischio demografico e la evoluzione dei rendimenti di mercato rischio finanziario . Vediamoli in rapida successione. Domanda n. 1 è aumentato il reddito medio IRPEF dell'Avvocatura o è aumentato, in altri termini, il PIL dell'Avvocatura - la famosa torta - o sono aumentati soltanto i commensali? Dal bilancio risulta che il 2010 è stato il primo anno a vedere modello 5/2010 una riduzione sia del reddito medio IRPEF, passato da € 50.351,00 del 2008 a € 48.805,00 del 2009, dopo una serie di anni di costante crescita + 22% dal 1999 al 2008 , sia del volume d'affari IVA, passato da € 76.012,00 a € 74.554,00 a fronte di un aumento del 21% nel decennio passato . Cosi scrive sulla rivista La previdenza Forense che moltissimi purtroppo nemmeno aprono l'attuaria interna le dichiarazioni dei redditi prodotti nel 2009, inviate al Fisco dagli avvocati nel 2010, indicano una riduzione piuttosto preoccupante del reddito medio. Si può rilevare che il reddito complessivo di tutti gli avvocati è costantemente aumentato nel tempo, mentre il reddito medio è calato negli ultimi anni, dopo essere rimasto a lungo costante. Il raffronto con il progressivo aumento del numero degli iscritti alla Cassa indica che il reddito complessivo è aumentato quanto sono aumentati gli iscritti, con il risultato che non è aumentato il reddito medio,anzi tende a calare. In conclusione, ciò che emerge dall'analisi dei redditi dichiarati dalla categoria, è sicuramente un'evoluzione temporale del reddito che, se nel passato è risultata frenata, nei suoi valori medi, a causa del preponderante numero di giovani che negli ultimi anni ha iniziato la professione, negli ultimi anni ha mostrato un brusco calo probabilmente imputabile alla situazione economica instabile in cui versa il Paese destinata a protrarsi anche nel 2012. Degna di attenzione è inoltre la presenza di una forte variabilità della propensione al guadagno allo interno della categoria esistono difatti significative differenze tra i sessi, con gli uomini che dichiarano un giro di affari in media del 140% superiore a quello delle colleghe ancora più significative sono le differenze rispetto all'età del professionista, con giovani portatori di redditi estremamente bassi rispetto a professionisti con maggiore anzianità professionale che possono dichiarare anche dieci volte tanto. Giovanna Biancofiore, ivi, n. 1/2011, pag. 60 . Un dato questo sul quale occorre riflettere. Domanda n. 2 si mantiene sui valori correnti il tasso di iscrizione a Cassa Forense? I commensali appunto se riferiti alla torta. Anche qui la risposta è negativa perché l'anno 2010 ha denunciato un deciso rallentamento degli iscritti alla Cassa, attestatisi a 156.934 con un incremento del 3,2% rispetto all'anno precedente, da confrontarsi però con un incremento medio annuo del 6,3% nel decennio 2000 - 2009. Questo significa che il mercato forense è sovradimensionato tanto è vero che le immatricolazioni a Giurisprudenza sono diminuite, così come è diminuito il carico di praticanti. Ma questo dato è destinato negli anni a venire ad incidere, negativamente, sul rapporto avvocati iscritti - avvocati pensionati aumentando il numero dei secondi a danno dei primi e questo è un fattore tipico di rischio grave del sistema di finanziamento a ripartizione con calcolo retributivo della pensione. Come dicevo, la difficoltà di prevedere con precisione gli sviluppi demografici è una delle principali cause di aleatorietà per gli Enti Previdenziali. La diminuzione del numero degli iscritti, anche se non aumenta la torta-PIL dell'Avvocatura, comporterà fette più grandi per tutti gli iscritti ma il flusso contributivo verso cassa forense rimarrà immutato e questo per l'Ente è un problema serio. Quindi sin qui dai numeri del bilancio consuntivo al 31 dicembre 2010 abbiamo potuto constatare una contrazione del reddito medio IRPEF, una contrazione del volume d'affari, una contrazione del trend di iscritti a Cassa Forense. La situazione economico-finanziaria in cui viviamo non mi consente di vedere miglioramenti nel breve periodo. Altro segnale di preoccupazione è l'allargamento della forbice fra iscritti alla Cassa. Gli Avvocati italiani al 31.12.2010 - un esercito di oltre 216.000 iscritti agli albi di cui soltanto 157.000 iscritti alla Cassa. La Campania con 30.479 si colloca al primo posto come regione con più avvocati seguita dal Lazio e dalla Lombardia. regioni iscritti alla cassa di previdenza iscritti all'albo Campania 18.594 30.479 Lazio 21.556 29.556 Lombardia 25.332 27.309 Puglia 12.651 21.336 Sicilia 11.700 20.690 Calabria 6.407 12.731 Emilia Romagna 10.266 12.577 Veneto 9.460 10.784 Toscana 8.908 10.288 Piemonte 7.727 8.969 Liguria 5.443 6.381 Abruzzo 3.709 5.599 Marche 3.782 4.884 Sardegna 3.523 4.584 Umbria 2.154 2.903 Basilicata 1.460 2.295 Friuli Venezia Giulia 1.939 2.235 Trentino Alto Adige 1.456 1.605 Molise 867 1.523 156.934 216.728 Fonte Condello www.foroeuropeo.it Gli iscritti agli Albi sono stimati intorno a 216.728 nel 2010 tale stima è passata da 44.000 del 2008, a 56.000 nel 2009, a 59.794 nel 2010. Tutto ciò in un contesto dove il 29% circa degli avvocati iscritti paga esclusivamente il contributo minimo soggettivo mentre il 25% circa dichiara un reddito inferiore a € 9.000,00 l'anno e ben 130.121 avvocati, pari all'88,2% del totale degli iscritti, dichiara un reddito inferiore al tetto stabilito per il 2009 in euro 86.700,00 da cui segue che solo l'11,8% tra tutti gli iscritti versa alla Cassa, oltre al contributo soggettivo del 13%, anche il contributo di solidarietà pari al 3% oltre il tetto,ovviamente non pensionabile e quindi il vero finanziatore del sistema previdenziale forense. Quindi al 31.12.2010 vi era un esercito di 59.794 avvocati non iscritti a Cassa Forense e presumibilmente privi di copertura previdenziale, il che costituisce una mina vagante per l'intero sistema. Certamente non sono iscritti alla gestione speciale presso l'INPS anche per la diversità di contribuzione richiesta 27% per avere una pensione calcolata con il sistema contributivo che , mediamente, corrisponde al 50% di quella liquidata con il sistema retributivo in atto presso cassa Forense. A chi chiederanno un giorno la pensione questi avvocati oggi non iscritti a cassa forense? Allo Stato o a Cassa Forense? Se a Cassa Forense il sistema previdenziale forense andrebbe rapidamente al tracollo. Una recente ricerca realizzata da Gpf per Axa-Mpa, I giovani ed il welfare del futuro oggi presentata il 30 maggio scorso a Lecce, ha raccolto il pensiero dei giovani che vivono del vorrei ma non posso e viviamo a stento il presente nella impossibilità sino ai 45 anni di pensare alla previdenza. Anche l'idea di un welfare a tutto tondo sin qui è rimasta una mera esercitazione programmatica perché vi è difficoltà nel reperire i fondi. Jacopo Morelli, Presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, ha messo il dito nella piaga Oggi si afferma che il sistema pensionistico è in equilibrio ovviamente si riferisce a quello pubblico ma va bene anche per noi ma lo è a costo di una pressione contributiva insostenibile e questo svantaggia le giovani generazioni . Sono di oggi le proteste di MGA - mobilitazione generale avvocati su face book - intorno all'aumento dei contributi minimi peraltro indispensabile se vogliamo finanziare le pensioni minime che in cassa forense abbondano. E anche questo è un aspetto che merita la massima attenzione. Preoccupa anche lo aumento dei costi di gestione della sede. La ricostruzione analitica fatta sui costi strettamente inerenti la sede evidenzia un incremento pari all'8% circa rispetto al dato del bilancio consuntivo al 31.12.09. Il trend è confermato segnando un aumento del 9% anche senza considerare le voci relative al personale e agli organi amministrativi e di controllo la cui incidenza in bilancio è determinata da fonti contrattuali nazionali, accordi e regolamenti interni. Costo in più, compresi i gettoni di presenza dei Delegati, circa 2milioni di euro che di questi tempi non sono poca cosa. Domanda n. 3 com'è andata la gestione finanziaria interna? Qui occorre distinguere tra rendimento finanziario e rendimento contabile. La differenza essenziale tra il rendimento finanziario e quello contabile consiste nella valutazione del prezzo finale del titolo. Nel primo caso si confronta il Fair Value ossia il prezzo di mercato con il prezzo di carico, si aggiungono gli eventuali proventi incassati e si calcola il rendimento percentuale di periodo o annualizzato PM - PC + Proventi /PC. Questo può essere negativo se il PM prezzo di mercato è inferiore al PC prezzo di acquisto o di carico . Nel secondo caso, cioè nel rendimento contabile , la valutazione finale del titolo può essere diversa da quella di mercato accade per le attività finanziarie detenute fino alla scadenza HTM held to maturity , per le quali il criterio di valutazione del prezzo è in generale quello del costo ammortizzato ossia incrementato del rateo interessi . In questo caso il rendimento non è mai negativo. In altre parole meno tecniche il rendimento finanziario è l'utile di un investimento espresso in percentuale, che ottengo rapportando il valore iniziale con quello finale a prezzo di mercato. Esempio investo 100 dopo un anno vale 110 sul mercato e quindi so che mi ha reso il 10% ovviamente se realizzo l'investimento vendendo e portando a casa capitale e rendimento. Il rendimento contabile, invece, è una simulazione perché calcola il prezzo medio ponderato che può non corrispondere a quello di mercato. Il rendimento contabile della gestione mobiliare è stato del 4,6% ma il rendimento finanziario, come accertato dalla Advisor indipendente Prometeia, ha avuto una performance finanziaria negativa, pari a - 4,67% contro il rendimento target del 3,50% pag. 250 . A pag. 247 del consuntivo dell'anno precedente e cioè del 2009 si legge la valutazione effettuata da Prometeia sul portafoglio mobiliare a gestione diretta ha rilevato una performance finanziaria positiva da inizio anno pari all'11.26% contro il rendimento target del 2,80% . Dalla relazione COVIP del 2010 siamo nel campo della previdenza complementare governata dal sistema di finanziamento a capitalizzazione che è però in qualche modo assimilabile al sistema a ripartizione caratterizzato dalla copertura dei capitali e non al sistema di ripartizione puro dove i flussi contributivi in entrata sono pari ai flussi pensionistici in uscita si legge a pag. 48 che Nell'anno trascorso i rendimenti delle forme pensionistiche complementari sono stati nella media positivi e superiori alla rivalutazione del TFR, attestatasi al 2,6%. I fondi pensione negoziali hanno ottenuto un rendimento del 3% mentre quello realizzato dai fondi pensione aperti è stato del 4,2. Per quanto riguarda i PIP, le gestioni separate di ramo I hanno reso in media il 3,8 per cento, i prodotti unit linked di ramo III il 5,2 cfr. Glossario, voci Gestione separata e Unit linked . Sul livello dei rendimenti ha inciso la diversa asset allocation adottata le forme pensionistiche con in media una maggiore esposizione in titoli di capitale hanno conseguito rendimenti più elevati grazie al buon andamento dei mercati azionari mondiali nel 2010. Gli indici dei titoli di capitale in valuta locale, calcolati tenendo conto della componente rappresentata dai dividendi, sono cresciuti del 3,3% nell'area dell'euro per contro in Italia si è registrata una diminuzione dell'8,1%. Il rendimento delle azioni statunitensi è stato del 15,4% si è attestato al 22,7 per cento tenendo conto dell'apprezzamento del dollaro rispetto alla divisa comune europea. I comparti azionari e bilanciati delle forme di previdenza complementare, considerati in media, hanno beneficiato di tali andamenti nei fondi pensione negoziali, i rendimenti dei comparti azionari sono risultati del 6,2% e quelli dei comparti bilanciati del 3,6 nei fondi aperti rispettivamente del 7,2% e del 4,7 nei PIP del 7,5% e del 2,8. Nelle forme pensionistiche con portafoglio costituito in prevalenza o nella totalità da investimenti obbligazionari, i rendimenti hanno risentito dell'andamento sfavorevole dei mercati. Gli ampi disavanzi pubblici di alcuni paesi dell'area dell'euro hanno portato a un incremento dei corrispondenti rischi di default del debito sovrano per l'esposizione media delle forme di previdenza complementare, cfr. supra paragrafo 2.2 , trasmettendo le tensioni anche ai corsi dei titoli pubblici di paesi con fondamentali più solidi. I differenziali di rendimento dei titoli di Stato decennali rispetto a quelli tedeschi si sono ampliati dalla fine del 2009 al termine del 2010 sono passati da 241 a 952 punti base sui titoli greci, da 142 a 580 sugli irlandesi e da 67 a 380 sui portoghesi. Minori tensioni hanno interessato i corsi dei titoli pubblici di Spagna e Italia che, pur sotto pressione, hanno sperimentato, nello stesso periodo, un allargamento degli spread, rispettivamente, di circa 200 e 120 punti base. Nella prima parte del 2010, i conseguenti rischi di instabilità dell'area dell'euro sono stati contenuti attraverso misure di drastica correzione degli squilibri di bilancio adottate dai governi sono stati inoltre predisposti programmi di acquisto di titoli pubblici Securities Markets Programme e di concessione di finanziamenti a paesi sottoposti a tensioni straordinarie European Financial Stabilisation Mechanism e European Financial Stability Facility . Le turbolenze, riemerse verso la fine dell'anno con l'aggravarsi della situazione irlandese, hanno convinto i governi europei a varare un programma permanente. Dunque dai numeri viene una riflessione per stare sui mercati finanziari -caratterizzati oggi dalla mercificazione e mercantilizzazione dei valori morali Zygmunt Bauman al festival dell'economia di Trento il 5 giugno 2011 è necessaria una grande professionalità interna salvo affidare tutto il patrimonio mobiliare ad una o più gestioni esterne . All'interno di Cassa Forense, a parere di chi scrive, vi è una grande professionalità che dovrebbe ottenere solo maggiore valorizzazione. In questo contesto, gli investitori di lungo periodo non si trovano certamente a loro agio, ed evidenziano difficoltà crescenti nel confermare il loro tradizionale approccio di scelta degli investimenti sulla base dei soli fondamentali. Per loro paiono quindi prospettarsi, nel breve periodo, meno opportunità e più sacrifici, che auspicabilmente saranno ripagati nel lungo periodo con ritorni reali più sostenibili e meno volatili Anteo di prometeia, giugno 2011 pag.3 . Come diceva J.M.Keynes la difficoltà non risiede nelle nuove idee ma nel liberarsi delle vecchie ! L'evoluzione dei rendimenti di mercato rischio finanziario è una altra causa di aleatorietà per gli enti previdenziali i quali, seppur governati dal sistema di finanziamento a ripartizione , dispongono per fortuna di patrimoni mobiliari che debbono essere investiti sui mercati finanziari secondo la logica del buon padre di famiglia cercando di portare a casa il miglior risultato con il minor rischio e per fare questo il buon padre di famiglia deve sapersi supportare delle migliori professionalità esistenti sul mercato. Non è il numero degli addetti che conta ma la qualità. Ho fatto riferimento alla Covip perché è di questi giorni la notizia che dovrebbe diventare l'Autority di controllo anche delle casse di previdenza private e quindi bisogna confrontarsi con quella realtà. Tutti questi dati messi insieme e confrontati con il bilancio tecnico attuariale denunciano che il valore delle entrate contributive registrate nel bilancio 2010 è inferiore alle previsioni attuariali di circa il 15%, pari a circa 197milioni di Euro e che il patrimonio netto, al 31.12.2010, di bilancio risulta inferiore a quanto previsto dal bilancio tecnico per 269 milioni di circa pag. 11 della relazione degli amministratori . Lo scostamento in negativo rispetto alle previsioni del bilancio tecnico che garantisce la previsione di stabilità nel medio-lungo periodo deve suonare come un campanello di allarme sulla tenuta dei conti nel lungo periodo e imporre sin da subito una riflessione su tutti questi dati negativi per adottare, con lungimiranza, le opportune correzioni di rotta. Per Alberto Brambilla, Presidente del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, le casse devono avere il coraggio di agire su due leve passare tutte al sistema contributivo e ,contemporaneamente , elevare almeno al 25 % la contribuzione degli iscritti . Per chi scrive l'opzione al contributivo è indispensabile così come un processo di aggregazione che porti ad una unica cassa di previdenza e assistenza per i professionisti italiani. Al nuovo Presidente Alberto Bagnoli, che con me ha collaborato sia in CDD che in CDA, e ai nuovi componenti del CDA l'augurio di saper essere lungimiranti. Non cassandre del tutto nero, tutto da rifare ma lungimiranza, caratteristica peculiare del legislatore previdenziale ma per fare questo bisogna superare i tanti egoismi e lavorare per il bene delle future generazioni. Questo per dire che anche di fronte ad un saldo positivo per circa 500milioni di euro prevalgono, in una lettura orientata alla stabilità di lungo periodo e alla salvaguardia del patto intergenerazionale, gli elementi di criticità che vanno esaminati e, se del caso, affrontati senza indugi di sorta. Lo scopo principale di Cassa Forense è quello di raccogliere i risparmi obbligatori degli avvocati investendo il patrimonio accumulato nel tempo secondo una buona politica di asset allocation equalizzando il rischio nel senso che nessuna classe di attivo dovrà dominare il portafoglio. Di conseguenza, l'obiettivo primario non sarà mai la speculazione finanziaria quanto una prudente gestione tenendo conto che la provvista è costituita da contribuzione previdenziale obbligatoria. Le performance dovrebbero essere valutate non già mediante l'utilizzo di benchmark ma piuttosto sul livello di rischio del portafoglio così da non assumere rischi incompatibili con il fine sociale e non speculativo di un ente di previdenza obbligatoria. Le problematiche finanziarie attraversate da numerosi fondi pensione statunitensi dopo l'11 settembre 2001 ha consentito di testare il cd moral hazard dove i fondi pensione assumono rischi superflui cerando di ottenere alti rendimenti senza preoccuparsi di adottare misure di contenimento dei rischi finanziari. Aprendo il 6 festival della economia di Trento Dani Rodrik, professore di economia ad Harvard il 2 giugno 2011 rispondendo all'ultima domanda posta ha detto, senza mezzi termini che la regolamentazione dei mercati finanziari non è ancora avvenuta, sin qui si è solo cincischiato . Dunque anche questo resta un problema per chi deve sapersi muovere sui mercati finanziari. L'idea di perseguire sinergie tra casse private di previdenza per la gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare dovrebbe rappresentare la risposta immediata per fronteggiare l'incertezza e il turbinio dei mercati finanziari dove approdano nuovi prodotti molto sofisticati. L'innovazione finanziaria, spesso imputata di essere una delle principali cause della crisi finanziaria non ancora risolta , non ha interessato solo i prodotti ma anche le strategie e i processi di gestione, dove il peso della tecnologia ricopre un ruolo sempre più marcato rispetto al capitale umano. I trading systems sono ormai predominanti nelle negoziazioni sui principali mercati finanziari e le gestioni quantitative tendono a prevalere su quelle discrezionali Anteo di Prometeia, giugno 2011, pag. 2-3 . Come diceva Seneca non è vero che abbiamo poco tempo la verità è che ne perdiamo molto . Ed invece si apprende che sul codice di autoregolamentazione degli investimenti c'è maretta fra le casse a proposito dello utilizzo dei prodotti strutturati quasi che, in una visione manichea, fosse il prodotto il nemico da combattere piuttosto che il rischio del portafoglio. * Avvocato