Cresce l’utilizzo della PEC nelle comunicazioni con le parti processuali: ecco i dati relativi al 2020

L’utilizzo della PEC costituisce un importante mezzo di accelerazione della tempestività delle comunicazioni con le parti processuali, oltre a contribuire ad un consistente risparmio dei costi di invio rispetto a quelli richiesti dalla raccomandata. Ma il suo utilizzo è effettivamente in crescita?

A scoprirlo ci ha pensato la Giustizia tributaria che, con un comunicato pubblicato lo scorso 11 gennaio, ha reso note le statistiche sull’utilizzo della PEC relative all’anno 2020 . Come noto, l’art. 16- bis del d.lgs. n. 546/1992 ha previsto le modalità secondo le quali le parti processuali ricevono le comunicazioni inerenti la causa e, tra queste, vi è la possibilità di ricevere dette comunicazioni anche mediante la casella PEC del destinatario . Tale possibilità è stata poi meglio definita dal decreto direttoriale del 26 aprile 2012, pubblicato in G.U. n. 102/2012 e attivata il 15 maggio 2012. Da allora, la Giustizia tributaria monitora l’effettivo utilizzo del PEC nell’invio delle comunicazioni alle parti processuali e, per quel che riguarda l’anno appena trascorso, ha registrato un’ulteriore crescita della nuova modalità, pari al 98,9% . Tra le ragioni che hanno mostrato un maggiore utilizzo vi sono la Sicilia, la Campania, il Lazio e la Lombardia, seguono la Calabria e la Puglia. Tra gli ultimi posti il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta.

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