La fatturazione elettronica viola la privacy

Con provvedimento del 15 novembre 2018, il Garante Privacy ha avvertito l’Agenzia delle Entrate che il nuovo obbligo della fatturazione elettronica, così come è stato regolato dall’Agenzia stessa, presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali , chiedendo dunque un adeguamento urgente al quadro normativo italiano ed europeo dei trattamenti dei dati che verranno effettuati ai fini della fatturazione elettronica.

A poco più di un mese dall’entrata in vigore, la disciplina della fatturazione elettronica finisce sotto la lente del Garante Privacy. Per la prima volta il Garante ha esercitato il nuovo potere correttivo di avvertimento previsto dal Regolamento UE 2016/679 sottolineando che il nuovo obbligo di fatturazione elettronica presenta un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati, comportando un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito . Le criticità rilevate. In particolare, il provvedimento sottolinea che nel prevedere l’archiviazione, da parte dell’Agenzia delle Entrate, delle fatture recapitate attraverso il sistema di interscambio SDI , non saranno archiviati solo i dati obbligatori a fini fiscali, ma la fattura vera e propria, che contiene di per sé informazioni di dettaglio ulteriori sui beni e servizi acquistati, come le abitudini e le tipologie di consumo, legate alla fornitura di servizi energetici e di telecomunicazioni es. regolarità nei pagamenti, appartenenza a particolari categorie di utenti , o addirittura la descrizione delle prestazioni sanitarie o legali . Altro profilo critico è la messa a disposizione, sul portale della stessa Agenzia, di tutte le fatture in formato digitale senza un richiesta dei consumatore. Problematica anche la figura degli intermediari delegabili del contribuente per la trasmissione, ricezione e conservazione delle fatture alcuni dei quali operano anche nei confronti di una moltitudine di imprese, accentrando enormi masse di dati personali con un aumento dei rischi, non solo per la sicurezza delle informazioni, ma anche relativi a ulteriori usi impropri . Inoltre, anche le modalità di trasmissione attraverso lo SDI e gli ulteriori servizi offerti dall’Agenzia come la conservazione dei dati presentano criticità per quanto riguarda i profili di sicurezza, a partire dalla mancata cifratura della fattura elettronica, tanto più considerato l’utilizzo della PEC per lo scambio delle fatture, con la conseguente possibile memorizzazione dei documenti sui server di posta elettronica .

Garante_Privacy_Provvedimento_15_novembre_2018_n._9059949