I 18 mesi relativi all’agevolazione fiscale prima casa decorrono dalla data del rogito

Ai fini delle agevolazioni fiscali sulla prima casa il termine per calcolare i 18 mesi per trasferire la residenza decorre non dalla data di ultimazione dei lavori ma da quella di stipula del rogito.

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 9433/18, depositata il 17 aprile, è nuovamente tornata sulla questione delle agevolazioni prima casa nel caso in commento i Giudici di legittimità hanno stabilito che il termine di 18 mesi per trasferire la residenza, decorre dal momento della stipula del rogito. La vicenda. Nel caso in esame l’Agenzia delle Entrate ha impugnato, in Cassazione, la sentenza della CTR, relativa alla revoca delle agevolazioni per l'acquisto della prima casa, conseguente al mancato trasferimento della residenza nel termine previsto dall'art. 1, parte I, nota II bis, n. 1, della Tariffa allegata al d.P.R. n. 131/86, relativa a un immobile in corso di costruzione. L’Agenzia delle Entrate deduce il vizio di violazione di legge , in quanto, erroneamente i giudici d'appello avrebbero ritenuto che il termine di 18 mesi per il trasferimento della residenza, presso il Comune ove è ubicato l'immobile, in riferimento al quale il contribuente ha richiesto le agevolazioni prima casa”, decorresse dall'ultimazione dei lavori, in particolare, dalla data del rilascio del certificato di regolare esecuzione e ultimazione degli stessi e non dalla stipula dell'atto. Per la Corte di Cassazione la censura è fondata. Trasferimento della residenza. I Giudici di Piazza Cavour evidenziano che secondo l'insegnamento della giurisprudenza di legittimità in tema di imposta di registro, la fruizione delle agevolazioni c.d. prima casa” postula, nel caso di acquisto di immobile ubicato in un comune diverso da quello di residenza dell’acquirente, che quest'ultimo vi trasferisca la propria residenza entro il termine di 18 mesi dall'atto, altrimenti verificandosi l’inadempimento di un vero e proprio obbligo del contribuente verso il fisco con conseguente decadenza dal beneficio, provvisoriamente accordato dalla legge, salva la ricorrenza di una situazione di forza maggiore, caratterizzata dalla non imputabilità al contribuente e dall'inevitabilità ed imprevedibilità dell'evento, la cui ricorrenza va esclusa in caso di mancata ultimazione di un appartamento in costruzione, atteso che, in assenza di specifiche disposizioni, non vi è ragione di differenziare il regime fiscale di un siffatto acquisto rispetto a quello di un immobile già edificato. Per i Giudici di legittimità non è conforme a tali principi la decisione impugnata perché la CTR, nell'ipotesi d'immobile in corso di costruzione, senza individuare una specifica e obiettiva causa di forza maggiore, avrebbe ritenuto che il termine di 18 mesi doveva tenere conto delle lungaggini” burocratiche dovuta a ritardi del Comune. Per la Corte di Cassazione deve essere, conseguentemente, accolto il ricorso e cassata senza rinvio l'impugnata sentenza e, non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto rigettato l’originario ricorso introduttivo.

Corte di Cassazione, sez. VI Civile – T, ordinanza 25 gennaio – 17 aprile 2018, n. 9433 Presidente Cirillo – Relatore Solaini Con ricorso in Cassazione affidato a un unico motivo, nei cui confronti la parte contribuente non ha spiegato difese scritte, l'Agenzia delle Entrate impugna la sentenza della CTR della Toscana, relativa alla revoca delle agevolazioni per l'acquisto della prima casa, conseguente al mancato trasferimento della residenza nel termine previsto dall'art. 1 parte I, nota II bis, n. 1 della Tariffa allegata al DPR n. 131/86, relativa a un immobile in corso di costruzione. La ricorrente deduce il vizio di violazione di legge, in particolare, dell'art. 1 parte I, nota II bis, n. 1 della Tariffa allegata al DPR n. 131/86, in relazione all'art. 360 primo comma n. 3 c.p.c., in quanto, erroneamente i giudici d'appello avrebbero ritenuto che iI termine di 18 mesi per il trasferimento della residenza, presso il comune ove è ubicato l'immobile, in riferimento al quale il contribuente ha richiesto le agevolazioni prima casa , decorresse dall'ultimazione dei lavori, in particolare, dalla data del rilascio del certificato di regolare esecuzione e ultimazione degli stessi e non dalla stipula dell'atto. Il Collegio ha deliberato di adottare la presente decisione in forma semplificata. La censura è fondata. Secondo l'insegnamento di questa Corte In tema di imposta di registro, la fruizione delle agevolazioni cosiddette prima casa postula, nel caso di acquisto di immobile ubicato in un comune diverso da quello di residenza dell'acquirente, che quest'ultimo trasferisca ivi la propria residenza entro il termine di diciotto mesi dall'atto, altrimenti verificandosi l'inadempimento di un vero e proprio obbligo del contribuente verso il fisco, con conseguente decadenza dal beneficio, provvisoriamente accordato dalla legge, salva la ricorrenza di una situazione di forza maggiore, caratterizzata dalla non imputabilità al contribuente e dall'inevitabilità ed imprevedibilità dell'evento, la cui ricorrenza va esclusa in caso di mancata ultimazione di un appartamento in costruzione, atteso che, in assenza di specifiche disposizioni, non vi è ragione di differenziare il regime fiscale di un siffatto acquisto rispetto a quello di un immobile già edificato. Cass. n. 7067/14, 13148/16, 20066/15, 2527/14, 9776/2009, sez. un. n. 1196/00 . Non conforme a tali principi è la decisione impugnata, laddove la CTR, nell'ipotesi d'immobile in corso di costruzione, senza individuare una specifica e obiettiva causa di forza maggiore, avrebbe ritenuto che il termine di 18 mesi doveva tenere conto delle lungaggini burocratiche. Va, conseguentemente accolto il ricorso, cassata senza rinvio l'impugnata sentenza e, non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto, ex art. 384 c.p.c., rigettato l'originario ricorso introduttivo. Sussistono giusti motivi per la compensazione delle spese del giudizio di merito di cassazione a seguito dell'alterno esito rispetto al precedente giudizio, ponendosi a carico del contribuente le spese del giudizio di legittimità P.Q.M. Accoglie il ricorso, cassa l'impugnata sentenza e, decidendo nel merito, rigetta il ricorso introduttivo del contribuente. Dichiara compensate le spese del giudizio di merito e condanna il contribuente al pagamento delle spese del giudizio di legittimità che liquida in €. 2.300,00, oltre spese prenotate a debito.