Unicredit e le operazioni atipiche di ""Brontos""

di Paolo Rosa

di Paolo Rosa * Sul sito di www.unicreditgroup.eu si legge a proposito della compliance con i requisiti normativi e i principi di buona condotta professionale che La conformità alle leggi, regole e normative e l'integrità nella condotta e nei comportamenti sono elementi essenziali del nostro modo di fare business, che per la sua stessa natura si fonda sulla fiducia. Attraverso una piena conformità, non solo alla lettera, ma anche allo spirito dei requisiti del quadro normativo di riferimento, proteggiamo e rinforziamo la nostra reputazione nel breve e lungo termine . Oggi sui giornali scoppia il caso di Unicredit sotto accusa per evasione fiscale con un sequestro preventivo disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari di Milano per la non indifferente somma di € 245.956.118,49. L'ipotesi accusatoria è ben descritta nel provvedimento di sequestro preventivo. Viene contestata a Unicredit la costituzione di uno strumento finanziario finalizzato all'evasione fiscale. Tale ipotesi imputa al Gruppo Unicredit di aver messo in piedi un sofisticatissimo strumento finanziario inteso a raggiungere il fine di detassare parte del reddito derivante dalla propria attività caratteristica. Sempre secondo l'ipotesi accusatoria le operazioni Brontos realizzate negli anni 2007 - 2008 tra il Gruppo Barclays e il Gruppo Unicredit miravano a conseguire due finalità economiche, dichiarate e note a entrambe le parti, non compatibili sul piano sostanziale - per il Gruppo Barclays, raccogliere fondi a un tasso inferiore a quello di mercato - per il Gruppo Unicredit, investire risorse a un tasso superiore a quello di mercato. Operazioni Brontos a danno dell'Erario. I due obiettivi, all'apparenza inconciliabili, sempre secondo l'ipotesi accusatoria risultarono concretamente realizzabili a scapito di un soggetto terzo rappresentato dall'Erario italiano l'operazione Brontos avrebbe consentito, infatti, al Gruppo Unicredit di detassare parte del reddito derivante dalla propria attività caratteristica. Parte del suddetto risparmio fiscale sarebbe stato retrocesso dal Gruppo Unicredit al Gruppo Barclays, consentendo a quest'ultimo di abbattere il costo della provvista al di sotto del tasso di mercato, realizzando per tale via l'obiettivo fissato in origine. Ho provato a seguire la costruzione finanziaria così architettata ma, con tutta sincerità, mi sono perso nei meandri dell'operazione, troppo sofisticata. Unicredit si è limitata ad affermare la correttezza del proprio operato e di quello dei propri dipendenti. Mi auguro che Unicredit chiarisca perché ha posto in essere un'operazione finanziaria così complicata e quale era la finalità sottesa a tale operazione. Se nelle regole di compliance c'è scritto quello che ho riportato in premessa, qui ci vuole un intervento da parte di Unicredit che spieghi nei dettagli l'operazione che dovrà essere in piena conformità non solo alla lettera ma anche allo spirito del quadro normativo di riferimento, altrimenti anche le regole non servono a nulla. Se, come ha detto il TG1 delle 13.30, Unicredit avrebbe raggiunto un accordo con l'Agenzia delle Entrate che prevede il versamento entro l'anno della somma di € 150.000.000,00, lascio le conclusioni al lettore. * Avvocato