



privacy | 11 Ottobre 2018
L’impossibilità del transgender di modificare il nome prima della rettifica del sesso viola la sua privacy
di Giulia Milizia
Il rifiuto opposto, per un periodo di oltre 2 anni, ad un transgender che chiedeva di mutare il proprio nome maschile in quello femminile, in corrispondenza alla sua identità anche social, adottata da molti anni, prima della rettifica chirurgica del sesso, è una violazione dell’art. 8 Cedu. L’Italia, infatti, è venuta meno ai doveri di tutela della privacy, mettendolo in una situazione anomala che gli ha ispirato sentimenti di vulnerabilità, umiliazione ed ansia.



Qui la sentenza della CEDU, sez. I, dell’11 ottobre 2018, caso S.V. c. Italia (ric. 55216/08)






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