Sari Real Time: un sistema non conforme alla normativa in materia di privacy

Sari Real Time, il sistema di riconoscimento facciale utilizzato dal Ministero dell’Interno, costituisce secondo il Garante per la protezione dei dati personali una forma di sorveglianza indiscriminata/di massa.

Così ha statuito il Garante della Privacy con il parere n. 127/2021. Il Garante per la protezione dei dati personali si è opposto all’utilizzo da parte del Ministero dell’Interno del sistema Sari Real Time in quanto non conforme alla normativa sulla privacy. Tale sistema, progettato per finalità di prevenzione e repressione dei reati è stato pensato per essere installato ove vi sia la necessità di disporre di una tecnologia di riconoscimento facciale per facilitare le Forze di Polizia nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica ovvero in relazione a specifiche esigenze della Polizia Giudiziaria. In particolare, Sari Real Time mediante l’utilizzo di telecamere installate in un’area consente di analizzare in tempo reale i volti dei soggetti ripresi, confrontandoli con una banca dati predefinita e di inviare un alert richiamando così l’attenzione delle Forze di Polizia. Il Garante ha evidenziato come tale sistema , privo di un’adeguata base normativa in grado di giustificare il trattamento automatizzato dei dati biometrici a fini di sicurezza, realizzerebbe una forma di sorveglianza indiscriminata/di massa. Infatti, a causa della sua natura trattandosi di un trattamento automatizzato su larga scala potrebbe riguardare anche persone che non necessitano di sorveglianza da parte della Polizia. Il Garante condanna inoltre l’eccessiva discrezionalità nell’utilizzo di Sari Real Time che discenderebbe dalla mancanza di una base giuridica che disciplini in maniera puntuale l’impiego della tecnica di riconoscimento facciale affinchè non vengano lesi i diritti delle persone coinvolte. Alla luce di tali considerazioni, il Garante si è espresso in modo sfavorevole all’utilizzo di Sari Real Time.

GarantePrivacy_parere_127