Privacy e neurodiritti: costruire un “habeas mentem” contro il neurocapitalismo

Privacy e neurodiritti la persona ai tempi delle neuroscienze” è stato il titolo della giornata europea sulla protezione dati celebrata il 28 gennaio 2021 dal nostro Garante Privacy. Competenti ed appassionati relatori di etica, scienza, filosofia, diritto, hanno accolto l’invito del Presidente Stanzione ad interrogarsi sulla costruzione di un nuovo habeas corpus a baluardo contro l’invasività profonda delle neurotecnologie.

L’interfaccia cervello-computer sbatte il dato neurale nell’infosfera. Qui il nostro cervello nudo” può essere letto brain reading e riscritto brain writing . Una ghiotta occasione per il capitalismo che adesso studiando direttamente il nostro cervello ci vende potenziatori della mente neurocapitalismo . La chimera propagandata saremo degli esseri potenziati. Potremo leggere i pensieri dell’amato su di noi, rilevandoli con un gadget neurotecnologico. La realtà saremo esseri sfruttati dall’Intelligenza Artificiale del gadget che userà i dati neuronali captati per produrre nuovi business. Le neurotecnologie produrranno disuguaglianze sociali chi vincerà un concorso tra brain e brain addicted? Le derive delle neurotecnologie si traducono in menti violate-condizionate e in società disuguali. Come scongiurare simili scenari? Opponiamo i neurodiritti. Cosa sono? Come si costruisce il nuovo habeas corpus ovvero l’habeas mentem contro il neurocapitalismo? L’Introduzione del Convegno. L’introduzione del Presidente Stanzione con una ricostruzione giuridico-sociale-filosofica, davvero molto preziosa, del rapporto tra uomo e macchina e del rapporto tra cervello umano e cervello artificiale apre la questione come costruire un habeas mentem” contro il riduzionismo della persona operato dal neurocapitalismo? Habeas mentem quid iuris? Sotto la guida avveduta di Barbara Carfagna, autrice RAI di Codice” programma oltre frontiera” su tutte le derive digitali, il dibattito si è dipanato tra etica, scienza, filosofia, diritto. L’etica è stata trattata dal Prof. Paolo Benanti della Pontificia Università Gregoriana. La scienza dal Dott. Marcello Ienca Senior Researcher at the Health Ethics & amp Policy Lab, ETH Zurich. La filosofia dal Prof. Giacomo Marramao Emerito Filosofia Teoretica, Università Roma Tre. Il diritto costituzionale dal Prof. Oreste Pollicino Università Bocconi. Il diritto civile dal Prof. Emerito Pietro Perlingieri Università del Sannio. Alla fine, tutti concordi su un punto la costruzione dei neurodiritti e dell’habeas mentem deve puntare a garantire la privacy mentale e a scongiurare le disuguaglianze neurali. Bene” colmare il deficit cognitivo Male” legalizzare il doping della mente. Chi decide sul limite? La governance interdisciplinare tra etica, scienza, filosofia e diritto. Quale diritto? Il Presidente Stanzione indica quale punto di partenza la Convenzione di Oviedo e le raccomandazioni in materia del Comitato Bioetico Nazionale. Il costituzionalista Pollicino propende per una rigenerazione semantica delle norme esistenti. L’Emerito civilista Perlingieri auspica una convenzione internazionale come internazionale è la dimensione del fenomeno. Il neurocapitalismo appaga il nostro desiderio di migliorarsi. Il Dottor Marcello Ienca Senior Researcher at the Health Ethics & amp Policy Lab, Department of Health Sciences and Technology, ETH Zurich ha spiegato che il neurocapitalismo si è sviluppato da quando il sistema del business digitale ha visto un nuovo petrolio nelle neurotecnologie impiegate nel campo sanitario biomedico es. braccia robotiche, esoscheletro . Come superare però l’ostacolo dell’autorizzazione medico-sanitaria propedeutica alla vendita di potenziatori della mente? Come arrivare direttamente al consumatore? Transitare dal settore medico-sanitario al settore del benessere che non implica nessuna autorizzazione ha costituito la chiave di volta per avviare il nuovo mercato delle neurotecnologie. Da questo momento si è assistito alla proliferazione extraclinica delle neurotecnologie” Ienca sia nell’ambito degli impianti chip sia nell’ambito chimico farmaci . Il fenomeno attualmente è molto più diffuso a livello chimico in quanto di immediata fruizione pensiamo ai farmaci assunti dagli studenti dei college americani di fascia alta caso riportato da Benanti al fine di aumentare la concentrazione ed essere super performanti”. Questi farmaci potenziatori della mente appagano il desiderio di migliorarsi. Cosa c’è di male? In America si è dibattuta la questione di renderli legali. Utilizzare le neurotecnologie con senso etico Che male c’è ad appagare il nostro desiderio di migliorarsi? Il desiderio di diventare uno studente potenziato provoca il Prof. Benanti corrisponde al caso del ciclista che si dopa per vincere il Giro d’Italia. L’amplificazione delle nostre risorse in modo artificiale ha l’effetto collaterale di esaltare una parte di noi a discapito di altre, relegate forzatamente nell’ombra. Questo processo è tipico della nostra società in cui le scienze contemporanee hanno contribuito a sciogliere il sè” dell’identità Prof. Marramao il soggetto non è più avvertito come identitario ma come sommatoria di tanti meccanismi cerebrali su cui viene apposta l’etichetta soggetto” Prof. Benanti . L’antidoto contro l’utilizzo irresponsabile o non etico delle neurotecnologie è la consapevolezza di essere un’identità complessa ma non frazionabile, un’identità unitaria inscindibilmente pervasa dal mistero. Marramao provoca con il concetto di Damasio nell’”Errore di Cartesio” noi non siamo il nostro cervello”. Marramao esplica noi non siamo il nostro DNA, la nostra biologia ma siamo piuttosto la nostra biografia. La persona non è una sommatoria di causa-effetto ma è il frutto della condizione del possibile”. Pensiamo al film Sliding doors” osserva Marramao in cui il salire o meno sul treno condizione del possibile fa la differenza tra vivere una storia piuttosto che un’altra. Qui entra in gioco il paradigma agenziale opposto è il paradigma fisicalistico che non è frutto della coscienza parte neurale ma attiene al fatto che l’uomo ha un potere agenziale in sè non spiegabile su basi causa-effetto di tipo naturalistico fisicalistico . La decisione è il prodotto di un salto”, di un gap, di una lacuna in cui si gioca il libero arbitrio. Questo dimostra che la persona è un’identità unitaria non riducibile a tanti rapporti deterministici di causa-effetto e quindi questa unitarietà esclude l’idea che si possano potenziare delle aree della mente a discapito di altre come nel caso dei farmaci dopanti per aumentare il rendimento degli studenti dei college. Benanti evidenzia un’altra forte criticità delle neurotecnologie potenzianti ovvero la produzione di disuguaglianze sociali tra i migliori e i normali. Ove non esista un accesso paritario agli strumenti neurotecnologici potenziatori promosso dallo Stato come welfare, si generano pesanti discriminazioni tra la casta degli abbienti che possono acquistare i neuroadditivi e la casta dei non abbienti obbligati ad essere relegati nella normalità. Normalità che li esclude da mondi del lavoro più evoluti e determina un divario socio-economico irrecuperabile. Il Dottor Ienca sebbene condivida le preoccupazioni esposte per le derive pregiudizievoli delle neurotecnologie evidenzia che comunque questi strumenti possono migliorare la vita di tanti malati affetti da demenza senile o da Alzheimer sia nella precoce diagnosi o meglio predizione della patologia sia nella cura stessa. Gli esoscheletri aiutano i paraplegici a muoversi, la sedia a rotelle può essere pilotata soltanto con il pensiero, il braccio meccanico addizionato con neurotecnologie aiuta il paralizzato a gestire in autonomia funzioni essenziali come quella di nutrirsi. Come sempre la tecnologia non è nè buona nè cattiva tutto dipende dalle finalità dell’utilizzo. Bene” le neurotecnologie a scopo terapeutico Male” le neurotecnologie dopanti. La soluzione non è demonizzare le neurotecnologie ma consentirne un uso etico, responsabile, consapevole. Benanti, quale esperto di etica, suggerisce un approccio di governance e non di governament. La governance attiene alla dimensione orizzontale in cui tutti gli stakeholders si integrano e si confrontano per individuare soluzioni corrette. Tutele preventive costituite non soltanto dall’obbligo di sottoscrizione spunta digitale o flag di informative obbligatorie sugli effetti collaterali prima dell’acquisto della neurotecnologia o del neuroservizio bensì obbligatorie consulenze specialistiche. Ancor più a monte, una selezione a cura delle Authorities competenti delle neurotecnologie vietate a causa dell’elevato livello di rischio. Introdurre il concetto di responsabilità-accountability stabilendo l’implementazione in via preventiva delle misure di sicurezza necessarie. Stabilire soglie adeguate e granulari di responsabilità fondate sul principio di precauzione, di uguaglianza, di migliorabilità evolutiva delle policies. Ipotesi di costruzione dell’habeas mentem e dei neurodiritti Il diritto alla privacy mentale, il diritto alla non discriminazione neuronale, il diritto al potenziamento neuronale terapeutico sono i neurodiritti di immediata intuizione. Individuare le basi fondanti di questi diritti è il non facile compito cui sono chiamati i giuristi. Quali sono i limiti da porre per costruire il diritto alla privacy mentale? Il Dottor Ienca rammenta il caso di una scuola cinese in cui sono stati apposti sulle teste degli alunni dei cerchietti in grado di leggere le loro onde cerebrali e rivelare eventuali deficit di attenzione dello studente. Il fine del neurotrattamento è per il bene” ??? l’utilizzo del neuromonitoraggio è affidato ai docenti per aiutare i bambini che hanno problemi di concentrazione. Tuttavia l’esecuzione di un neurotrattamento sebbene per finalità positive può implicare dei risvolti molto pericolosi. Ad esempio l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale sull’analisi del dato neurale brain reading prodotto dalle menti dei bambini potrebbe condurre alla pre-dizione per i disattenti di futuri comportamenti non allineati con l’educazione impartita nelle scuole. Pertanto questa predizione potrebbe suggerire alla scuola, per il bene” ??? dell’alunno, di riprogrammarne brain writing la mente affinchè non incorra nella condotta indisciplinata. In questa storia non esiste la tutela della privacy mentale contro l’invasività delle neurotecnologie. L’inviolabilità della mente umana habeas mentem trova già dei fondamenti nei sistemi giuridici occidentali? Il Presidente Stanzione ha indicato quali punti di riferimento e di partenza per la costruzione dell’habeas mentem la Convenzione di Oviedo 4.04.1997 per la protezione dei Diritti dell’Uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti delle applicazioni della biologia e della medicina e la raccomandazione del Comitato Bioetico Nazionale del 17.12.2010 dal titolo Neuroscienze ed esperimenti sull’uomo osservazioni bioetiche”. Quest’ultimo pone interrogativi di cui il Garante Privacy intende farsi portatore ed esecutore L’autorizzazione degli esperimenti dovrebbe essere data a condizione che si rispettino protocolli precisi e predeterminati che vincolino i ricercatori al rispetto di alcuni limiti la valutazione rischi/benefici, con riferimento agli obiettivi attesi, ove rischi‟ non siano da intendersi solo in senso fisico ma anche psico sociale e benefici‟ possano anche intendersi in senso non diretto e reale nell’ambito della ricerca non terapeutica il consenso libero e informato preceduto da adeguata consulenza di coloro che si sottopongono a tali indagini del soggetto o del tutore con specifica attenzione a chi è in condizione di vulnerabilità personale e istituzionale o in condizione di dipendenza . l’uso dei risultati, bilanciando la difesa della privacy con le esigenze della società. b Anche nell’ambito dei dati acquisiti attraverso tali studi e ricerche si aprono due ordini di problemi. 1. Innanzitutto, la necessità di un’autorizzazione consapevole del soggetto sull’uso delle informazioni che lo riguardano. Alcune applicazioni delle neuroscienze, che portano alla lettura del cervello” mettono in discussione la riservatezza, anche detta privacy cerebrale‟. Si pensi alla possibilità che esami del cervello, originariamente finalizzati ad ottenere determinate informazioni, finiscano per fornirne altre in grado di essere utilizzate a detrimento del soggetto dello studio clinico c.d. incidental findings o comunque risultino rischiose sotto il profilo emotivo o psicologico. Si presentano problematiche analoghe a quelle date nel contesto delle indagini genetiche. Emerge anche il problema etico e giuridico della esistenza o non esistenza di un obbligo di comunicazione dei risultati a terze persone, qualora queste possano avere un oggettivo interesse medico e sociale alla informativa. Si tratta, ancora una volta, di contemperare il diritto individuale alla privacy con altri diritti fondamentali quali la vita e la salute di altre persone che potrebbero risultare seriamente in pericolo”. L’obiettivo del Garante è giungere ad uno statuto giuridico dei neurodiritti, un habeas mentem, costituito in modo interdisciplinare perché ciò che è tecnicamente possibile non è anche giuridicamente lecito ed eticamente fattibile” Stanzione . Il Dottor Ienca riporta la voce del mondo scientifico che auspica l’inclusione dei neurodiritti nelle Carte Fondamentali sui Diritti umani a livello internazionale. Ricorda che OCSE, UNESCO e Consiglio UE stanno studiando il problema. La Repubblica del Cile e la Spagna hanno introdotto nei loro sistemi giuridici i neurodiritti. Pensa infine anche all’art. 3 della Carta UE sui Diritti Fondamentali che tutela l’integrità fisica e psichica della persona. Il Professor Pollicino rifugge dalla tentazione di invocare nuove carte costituzionali ad hoc per i neurodiritti ed auspica invece una rigenerazione semantica delle norme esistenti. Rigenerazione dovuta all’attività unificante dei Garanti, evitando l’azione frammentatrice della politica giudiziaria delle Corti europee. L’Emerito Prof. Perlingieri propende invece per una carta internazionale perchè internazionale è la dimensione del fenomeno.