



privacy | 22 Gennaio 2021
Veicoli sotto controllo con il via libera del Garante Privacy
di Stefano Manzelli
I conducenti di veicoli sottoposti a limitazioni della circolazione possono chiedere una deroga alla regione Lombardia purché siano disponibili a farsi installare una scatola nera in grado di controllare la condotta di guida e i percorsi effettuati. E al superamento di una certa soglia chilometrica proporzionata anche al livello di inquinamento prodotto il mezzo dovrà essere parcheggiato. Ma tutta la procedura che si attiva solo su base volontaria sarà continuamente monitorata da remoto e il trattamento dei dati personali verrà blindato e garantito a tutela degli utenti.



Lo ha evidenziato il Garante per la protezione dei dati personali con il parere favorevole all’innovazione tecnologica espresso con il provvedimento 10 dicembre 2020, n. 259.
La regione Lombardia ha adottato un metodo originale per la limitazione delle emissioni del parco veicoli denominato “Move – In” in grado di monitorare il comportamento degli utenti, la loro condotta di guida e i percorsi.
In pratica sul veicolo può essere installata, a richiesta, una scatola nera in grado di controllare tutta l’attività dell’autista. Aderendo al servizio il cittadino beneficia di una serie di vantaggi e limitazioni.
Innanzitutto, il veicolo circolerà in deroga ai blocchi giornalieri del traffico, salvo gli stop forzati. Ma contemporaneamente sul piatto l’utente dovrà mettere a disposizione tutti i suoi dati inerenti allo stile di guida, percorrenza ecc. rischiando anche sanzioni e limitazioni.
Al raggiungimento della soglia chilometrica assegnata dal sistema sulla base della tipologia di veicolo e del suo uso non si potrà infatti più utilizzare il mezzo fino al rinnovo dell’autorizzazione annuale.
In buona sostanza si tratta di un ingegnoso sistema a credito variabile potenzialmente estendibile a tutta l’area padana sulla base di specifici accordi locali in corso di realizzazione e meglio evidenziati sul portale moviein.regione.lombardia.it..
È evidente che un trattamento così complesso e su larga scala di dati personali richiede un particolare interesse dal punto di vista privacy e per questo motivo il Garante è stato ripetutamente interessato anche ai sensi dell’art. 36 del GDPR.
Nulla osta ai sensi dell’Autorità per la protezione dei dati all’avvio concreto del progetto, «tenuto conto delle finalità di interesse pubblico perseguite al fine di assicurare una più efficace tutela della salute e dell’ambiente con il miglioramento della qualità dell’aria». In concreto, infatti, le misure tecniche indicate nello schema di delibera regionale risultano coerenti con le interlocuzioni avviate con l’ufficio del Garante e meglio dettagliate nella valutazione preventiva di impatto sulla protezione dei dati.
Il trattamento proposto, per quanto complesso e ampio risulta adeguato al principio di proporzionalità, liceità, correttezza, trasparenza e minimizzazione dei dati, conclude il parere centrale.
Qui il provvedimento del Garante Privacy del 10 dicembre 2020, n. 259






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