



misure cautelari | 24 Novembre 2015
L’Unione Camere Penali Italiane accende i riflettori sullo scarso uso dei braccialetti elettronici
Parziale e minima applicazione del braccialetto elettronico nel controllo a distanza dei detenuti agli arresti domiciliari: questa la denuncia dell’Unione Camere Penali Italiane nel proprio Osservatorio Carcere. Proprio per sensibilizzare su tale tematica, l’UCPI ha indetto una serie di manifestazioni a livello locale e nazionale per il giorno 30 novembre.



Troppo scarso il ricorso al braccialetto elettronico. L’Unione delle Camere Penali Italiane, con il proprio Osservatorio Carcere, ha denunciato la «parziale» e «minima» applicazione del braccialetto elettronico nel controllo a distanza dei detenuti agli arresti domiciliari.
L’UCPI, quindi, ha sottolineato la palese violazione dei diritti dei detenuti che deriva da dalla ridottissima applicazione degli artt. 275 bis e 58 ord. pen. – che diventa, per tale ultima norma, quasi inesistete.
Senza contare, poi, fanno sapere dall’Unione Camere Penali Italiane, che la scarsissima applicazione del braccialetto elettronico si pone in netto contrasto con l’esigenza di superare e prevenire il sovraffollamento nelle carceri italiane.
Indette manifestazioni a livello locale e nazionale. Per accendere i riflettori su questa importante lacuna, quindi, l’UCPI ha indetto, per il giorno 30 novembre 2015 – 1° giorno della proclamata astensione dalle udienze – iniziative in tutti i Palazzi di Giustizia e una manifestazione nazionale a Firenze. A chi riterrà di sostenere l’iniziativa, saranno distribuiti braccialetti con la scritta “+ BRACCIALETTI – CARCERE”.






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