



lavoro subordinato | 08 Gennaio 2021
Le buste paga costituiscono valide prove del credito retributivo se munite di firma, sigla o timbro
di La Redazione
Con riferimento al credito retributivo insinuato dal lavoratore allo stato passivo fallimentare, in base ai principi in materia di efficacia probatoria delle buste paga rilasciate dal datore di lavoro, esse sono pienamente valide ove munite, alternativamente, della firma, della sigla o del suo timbro.

(Corte di Cassazione, sez. Lavoro, ordinanza n. 74/21; depositata il 7 gennaio)








- Avvocato cancellato dall'albo senza conseguimento del diritto alla pensione? Cassa Forense non restituisce i contributi soggettivi versati
- Se l’atto non viene depositato in giacenza presso l’ufficio postale la notifica è nulla
- Collocamento forzoso in ferie, aggredisce verbalmente l’amministratore giudiziario della società: licenziata
- L’ospedale deve garantire la copertura INAIL agli specializzandi
- Grava sul lavoratore l’onere di provare il licenziamento orale



























Network Giuffrè



















