



assicurazione | 09 Maggio 2016
La clausola “claims made” non è vessatoria: ma l’ultima parola spetta al giudice
di Gianluca Tarantino - Avvocato e dottore di ricerca in diritto dell'economia
Nel contratto di assicurazione della responsabilità civile, la clausola che subordina l’operatività della copertura assicurativa alla circostanza che tanto il fatto illecito quanto la richiesta risarcitoria intervengano entro il periodo di efficacia del contratto o, comunque, entro determinati periodi di tempo, preventivamente individuati (c.d. clausola claimes made mista o impura) non è vessatoria; essa, in presenza di determinate condizioni, può tuttavia essere dichiarata nulla per difetto di meritevolezza ovvero, nell’ambito della disciplina di protezione del consumatore, per il fatto di determinare, a carico del consumatore stesso, un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto; la relativa valutazione, da effettuarsi dal giudice di merito, è incensurabile in sede di legittimità, ove congruamente motivata.

(Corte di Cassazione, sez. Unite Civili, sentenza n. 9140/16; depositata il 6 maggio)








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