Anche il risarcimento del danno morale deve essere coperto dall’assicurazione obbligatoria

L’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli deve garantire il risarcimento dei danni immateriali subiti dai congiunti di vittime di incidenti stradali, qualora tale risarcimento sia previsto dalla normativa nazionale applicabile alla controversia nel procedimento principale.

Lo afferma la Corte di Giustizia nelle rilevanti sentenzedi cui alle cause C-22/12 e C-277/12 del 24 ottobre 2013. Due incidenti stradali . I due procedimenti traggono origine da due fattispecie abbastanza similari. Nella prima a causa di un incidente stradale provocato da un soggetto, che guidava un’automobile da turismo appartenente ad un altro soggetto, il passeggero è deceduto nel territorio della Repubblica Ceca. In particolare, l’automobile, immatricolata nella Repubblica slovacca, si è scontrata con un automezzo pesante immatricolato nella Repubblica ceca. Il soggetto alla guida dell’automobile, riconosciuto responsabile di tale incidente, è stato condannato a risarcire il danno subito dalla moglie della vittima. Tuttavia, la stessa moglie e la figlia della vittima rivendicano inoltre, presso la compagnia assicuratrice del proprietario dell’automobile, il risarcimento del danno morale risultante dalla perdita del rispettivo coniuge e padre. Il giudice investito della controversia evidenzia che il diritto civile ceco, a suo parere applicabile alla fattispecie, consente alla persona fisica di chiedere un risarcimento per il danno morale risultante da una lesione dell’integrità personale. Tuttavia, poiché la copertura garantita dall’assicurazione obbligatoria per gli autoveicoli non si estende, secondo la normativa slovacca sull’assicurazione obbligatoria, al danno morale, la compagnia assicuratrice del soggetto proprietario dell’automobile rifiuta un risarcimento siffatto. Il giudice regionale slovacco si rivolge, pertanto, alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea al fine di domandare se l’assicurazione obbligatoria per gli autoveicoli debba garantire il risarcimento dei danni immateriali sofferti dai congiunti delle vittime, decedute, di un incidente stradale. La seconda fattispecie si svolge invece in Lettonia dove due coniugi sono deceduti in un incidente stradale. Il figlio, che all’epoca aveva dieci anni di età, era stato posto sotto la tutela di sua nonna. Successivamente la tutrice aveva invitato la compagnia assicuratrice del responsabile dell’incidente a corrispondere un indennizzo di importo pari a circa 284.820 euro per il danno morale subito dal figlio a causa della perdita dei genitori. Occorre premettere che in Lettonia la compagnia assicuratrice del responsabile dell’incidente stradale può essere chiamata a risarcire il danno morale per dolori e patimenti psicologici conseguenti al decesso di una persona da cui si dipende economicamente, di una persona a carico o del coniuge. Tuttavia, l’ammontare di tale risarcimento è limitato a circa 142 euro per ciascun richiedente e per persona deceduta. Il Senato della Corte suprema lettone, investito della controversia tra il figlio e la compagnia assicuratrice, ha, da un lato, sottoposto alla Corte di Giustizia la stessa questione su descritta, sollevata dal giudice slovacco, e, dall’altro, ha chiesto se la limitazione dell’importo massimo del risarcimento del danno morale subito a causa di un incidente stradale, stabilita dal diritto lettone, sia compatibile con il diritto dell’Unione. Il quadro normativo . Al fine di meglio comprendere la questione oggetto delle due sentenze pronunciate dalla Corte di Giustizia, si rivela opportuno premettere che in proposito vi sono due direttive la direttiva 72/166/CEE del Consiglio, del 24 aprile 1972, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e di controllo dell’obbligo di assicurare tale responsabilità, e la direttiva 84/5/CEE del Consiglio, del 30 dicembre 1983, in tema di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli come modificata dalla direttiva 2005/14/CE del Parlamento e del Consiglio dell’11 maggio 2005. La prima direttiva del 1972 in materia di assicurazione obbligatoria per gli autoveicoli impone agli Stati membri di provvedere affinché i veicoli che stazionano abitualmente nel loro territorio siano coperti da un’assicurazione. Anche se gli Stati membri sono liberi di determinare i danni coperti da tale assicurazione e le modalità della stessa, la seconda direttiva del 1983 sull’argomento prevede che l’assicurazione copra obbligatoriamente i danni alle persone, per un importo minimo di copertura pari a 1.000.000 di euro per vittima o a 5.000.000 di euro per sinistro, indipendentemente dal numero delle vittime. Inoltre, essa deve coprire anche i danni alle cose per un importo minimo di 1.000.000 di euro per sinistro, indipendentemente dal numero delle vittime. Gli Stati sono liberi di determinare quali danni devono essere risarciti e in che misura . Nella sua sentenza in commento la Corte ricorda, anzitutto, che l’obbligo di copertura, mediante assicurazione della responsabilità civile, dei danni causati dagli autoveicoli si distingue dalla questione dell’entità del risarcimento degli stessi a titolo di responsabilità civile dell’assicurato. Infatti, mentre il primo è definito e garantito dalla normativa dell’Unione, la seconda è sostanzialmente disciplinata dal diritto nazionale. Al riguardo, in una precedente sentenza la Corte di Giustizia sentenza Marques Almeida ha già affermato che dall’oggetto della prima, della seconda e della terza direttiva, nonché dal loro tenore letterale, risulta che queste ultime non mirano ad armonizzare i regimi di responsabilità civile degli Stati membri e che, allo stato attuale del diritto dell’Unione Europea, questi ultimi restano liberi di stabilire il regime di responsabilità civile applicabile ai sinistri derivanti dalla circolazione dei veicoli. Di conseguenza, gli Stati membri restano in linea di principio liberi di determinare, nell’ambito dei loro rispettivi regimi di responsabilità civile, quali danni causati dai veicoli devono essere risarciti, l’entità del risarcimento e le persone aventi diritto. Copertura obbligatoria dei danni alle cose e alle persone . Tuttavia, la Corte di Giustizia sottolinea che al fine di ridurre le disparità tra le legislazioni degli Stati membri circa la portata dell’obbligo di assicurazione, l’Unione ha imposto la copertura obbligatoria dei danni alle cose e dei danni alle persone, a concorrenza di importi stabiliti nella seconda direttiva. Peraltro, l’art. 1 della terza direttiva ha esteso tale obbligo alla copertura dei danni alla persona causati ai passeggeri diversi dal conducente si veda in proposito, la sentenza della stessa CGE Ruiz Bernáldez . Gli Stati membri sono quindi tenuti a determinare i danni coperti e le modalità dell’assicurazione obbligatoria per gli autoveicoli tenendo conto delle norme del diritto dell’Unione. Di conseguenza, i danni alla persona, la cui copertura è obbligatoria in forza della seconda direttiva, comprendono ogni danno arrecato all’integrità della persona, incluse le sofferenze sia fisiche sia psicologiche. Pertanto, tra i danni che devono essere risarciti conformemente al diritto dell’Unione figurano i danni immateriali il cui risarcimento è previsto a titolo della responsabilità civile dell’assicurato dalla normativa nazionale applicabile alla controversia. La Corte rileva infine che la tutela garantita dalla prima direttiva è estesa a chiunque abbia diritto, in base alla legge nazionale sulla responsabilità civile, al risarcimento del danno causato da autoveicoli. Poiché la normativa ceca, secondo le indicazioni fornite dal giudice slovacco, riconosce alla moglie e alla figlia della vittima il diritto al risarcimento del danno immateriale subito a causa del decesso del loro rispettivo coniuge e padre, queste dovrebbero beneficiare della tutela garantita da tale direttiva. Anche il danno morale deve essere coperto dall’assicurazione . Allo stesso modo, per quanto attiene alla fattispecie lettone, la Corte rileva che se la normativa nazionale consente ai familiari della vittime di un incidente stradale di chiedere un indennizzo per il danno morale subito, quest’ultimo deve essere coperto dall’assicurazione obbligatoria per gli autoveicoli. Pertanto, poiché la normativa lettone riconosce al figlio il diritto al risarcimento del danno immateriale subito a causa del decesso dei suoi genitori, egli dovrebbe poter beneficiare della tutela accordata dalla prima direttiva. Infine, la Corte precisa che, qualora uno Stato membro riconosca il diritto a una compensazione per il danno morale subito, esso non può prevedere per questa specifica categoria di danni, rientranti tra i danni alla persona ai sensi della seconda direttiva, massimali di garanzia inferiori agli importi minimi di garanzia fissati in tale direttiva. Infatti, la direttiva non prevede né autorizza una distinzione, tra i danni coperti, oltre a quella stabilita tra danni alle persone e danni alle cose.

Corte di Giustizia UE, Seconda Sezione, sentenza 24 ottobre 2013, causa C-277/12 * Assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli– Direttiva 72/166/CEE– Articolo 3, paragrafo 1– Direttiva 90/232/CEE– Articolo 1– Incidente stradale– Decesso dei genitori del richiedente minorenne– Diritto del figlio al risarcimento– Danno immateriale– Risarcimento– Copertura da parte dell’assicurazione obbligatoria Sentenza 1 La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione dell’articolo 3, paragrafo 1, della direttiva 72/166/CEE del Consiglio, del 24 aprile 1972, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e di controllo dell’obbligo di assicurare tale responsabilità GU L103, pag.1 in prosieguo la prima direttiva , nonché dell’articolo 1, paragrafi 1 e 2, della seconda direttiva 84/5/CEE del Consiglio, del 30 dicembre 1983, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli GU 1984, L8, pag.17 in prosieguo la seconda direttiva . 2 Tale domanda è stata presentata nell’ambito di una controversia tra il sig.Drozdovs, rappresentato dalla sig.raBalakireva, e la Baltikums AAS in prosieguo la Baltikums , società di assicurazioni, in merito al risarcimento da parte di quest’ultima, a titolo di responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli, dei danni morali subiti dal sig.Drozdovs derivanti della morte dei suoi genitori in un incidente stradale. Contesto normativo Il diritto dell’Unione 3 L’articolo 1 della prima direttiva così enuncia Ai sensi della presente direttiva, s’intende per 2. persona lesa ogni persona avente diritto alla riparazione del danno causato da veicoli . 4 L’articolo 3, paragrafo 1, della prima direttiva prevede quanto segue Ogni Stato membro adotta tutte le misure necessarie affinché la responsabilità civile relativa alla circolazione dei veicoli che stazionano abitualmente nel suo territorio sia coperta da un’assicurazione. I danni coperti e le modalità dell’assicurazione sono determinati nell’ambito di tali misure . 5 L’articolo 1, paragrafi 1 e 2, della seconda direttiva così recita 1. L’assicurazione di cui all’articolo 3, paragrafo 1, della [prima direttiva] copre obbligatoriamente i danni alle cose e i danni alle persone. 2. Salvo importi maggiori di garanzia eventualmente prescritti dagli Stati membri, ciascuno Stato membro esige che gli importi per i quali tale assicurazione è obbligatoria ammontino – per i danni alle persone, ad almeno [EUR]350000 quando vi sia una sola vittima quando vi siano più vittime implicate in uno stesso sinistro questo importo si moltiplica per il loro numero, – per i danni alle cose, ad almeno [EUR]100000 per ciascun sinistro indipendentemente dal numero delle vittime. Gli Stati membri possono prevedere, in sostituzione degli importi minimi di cui sopra, un importo minimo di [EUR]500000 per i danni alle persone, qualora vi siano più vittime di uno stesso sinistro ovvero, per i danni alle persone e alle cose, un importo minimo globale di [EUR]600000 per sinistro, indipendentemente dal numero delle vittime o dalla natura dei danni . 6 L’articolo 1, primo comma, della terza direttiva 90/232/CEE del Consiglio, del 14 maggio 1990, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli GU L129, pag.33 in prosieguo la terza direttiva , dispone che l’assicurazione di cui all’articolo 3, paragrafo 1, della [prima direttiva] copre la responsabilità per i danni alla persona di qualsiasi passeggero, diverso dal conducente, derivanti dall’uso del veicolo . Il diritto lettone 7 L’articolo 15 della legge relativa all’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile dei proprietari di autoveicoli, [Sauszemes transportlīdzekļu īpašnieku civiltiesiskās atbildības obligātās apdrošināšanas likums, Latvijas Vēstnesis, 2004, numero 65 3013 ], nella sua versione in vigore alla data dei fatti di cui al procedimento principale in prosieguo la legge OCTA , intitolato Limite della responsabilità dell’assicuratore , così disponeva 1 In caso di sinistro, l’assicuratore che ha preso in carico l’assicurazione della responsabilità civile del proprietario del veicolo che ha causato l’incidente o il consorzio delle imprese di assicurazione degli autoveicoli qualora sia il Fondo di garanzia che debba corrispondere l’indennizzo risarcisce il danno, nei limiti della responsabilità dell’assicuratore 1 sino a 250000 lats [lettoni LVL ] per ciascuna vittima di un danno alla persona 2 sino a [LVL]70000 per danno alle cose, a prescindere dal numero dei terzi, vittime del sinistro. 2 I terzi possono richiedere un risarcimento, secondo il diritto comune, per i danni non risarciti ai sensi della presente legge o che superino i limiti della responsabilità dell’assicuratore . 8 L’articolo 19 della legge OCTA, intitolato Danni alle persone , così enunciava 1 Si considerano danni materiali causati alle vittime implicate in un incidente stradale 1 le spese per cure mediche 2 l’incapacità lavorativa temporanea 3 l’invalidità lavorativa definitiva 4 la morte. 2 Per danni immateriali si intendono i danni collegati a dolori e patimenti psicologici, vale a dire 1 il trauma fisico subito dalla vittima 2 la mutilazione o l’invalidità della vittima 3 il decesso della persona da cui si dipende economicamente, di una persona a carico o del coniuge 4 l’invalidità del gruppo 1 della persona dalla quale si dipende, di una persona a carico o del coniuge. 3 L’importo e le modalità di calcolo dei risarcimenti assicurativi dei danni materiali e immateriali causati alle persone sono fissati dal Consiglio dei Ministri . 9 L’articolo 23 della legge OCTA, intitolato Danni conseguenti al decesso della vittima , così recitava 1 Hanno diritto a un risarcimento assicurativo in caso di morte della persona dalla quale dipendono 1 i figli, anche adottivi a fino alla loro maggiore età, . 10 L’articolo 5 del codice civile, nella sua versione in vigore alla data dei fatti di cui al procedimento principale Civillikums, Latvijas Republikas Saeimas un Ministru Kabineta Ziņotājs , 1993, numero 1 , nella sua versione in vigore alla data dei fatti di cui al procedimento principale in prosieguo il codice civile , disponeva quanto segue Quando una controversia è decisa secondo equità o secondo diritto, il giudice statuisce ai sensi dei principi generali di diritto . 11 L’articolo 1635 del codice civile così enunciava Ogni danno ingiusto, vale a dire ogni fatto illecito, attribuisce a chi ne è stata la vittima il diritto di chiedere un risarcimento a colui che l’ha posto in essere, nei limiti in cui tale azione gli possa essere imputata . 12 L’articolo 2347 del codice civile prevedeva quanto segue Se una persona cagiona, con un atto che le è imputabile e che è illecito, un danno fisico a un’altra persona, essa deve risarcire a quest’ultima persona le spese mediche e, secondo la valutazione del giudice, gli eventuali mancati guadagni. Chi esercita un’attività di elevata pericolosità per chi gli stia attorno trasporto, industria, lavori di costruzione, sostanze pericolose, etc. è obbligato a risarcire i danni conseguenti da tale pericolosità se non può dimostrare che il danno sia stato dovuto a forza maggiore, a colpa della vittima o a grave negligenza. Qualora il controllo della fonte di pericolosità sia sfuggito al proprietario, al detentore o all’utilizzatore, senza che ciò corrisponda a un suo errore, a causa del fatto illecito di un’altra persona, quest’ultima è responsabile del danno cagionato. Se anche il detentore proprietario, possessore, utilizzatore ha agito in modo illecito, è possibile invocare la responsabilità per il danno cagionato tanto della persona che ha utilizzato l’oggetto, fonte di elevata pericolosità, quanto del suo detentore, secondo il grado di colpa di ciascuno . 13 Ai sensi dell’articolo 22 del codice di procedura penale [Kriminālprocesa likums, Latvijas Vēstnesis , 2005, numero 74 3232 ], intitolato Diritto al risarcimento del danno subito Il diritto di chiedere e ottenere di diritto il risarcimento dei danni morali e patrimoniali è garantito alla persona che ha subito un danno derivante da un fatto illecito, compresi i danni morali, le lesioni fisiche e i danni ai beni . 14 Gli articoli 7 e 10 del decreto numero 331 del Consiglio dei Ministri, relativo all’importo e alle modalità di calcolo dei risarcimenti assicurativi per i danni morali cagionati alle persone Noteikumi par apdrošināšanas atlīdzības apmēru un aprē& #311 ināšanas kārtību par personai nodarītajiem nemateriālajiem zaudējumiem , del 17 maggio 2005 [ Latvijas Vēstnesis , 2005, numero 80 3238 in prosieguo il decreto ], che attuano l’articolo 19, paragrafo 3, della legge OCTA, enunciano quanto segue Articolo 7 L’importo dei risarcimenti assicurativi per dolori e patimenti psicologici conseguenti al decesso di una persona da cui si dipende economicamente, di una persona a carico o del coniuge è pari a [LVL]100 per ciascun richiedente e per persona ai sensi dell’articolo 23, paragrafo 1, della legge relativa all’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile dei proprietari di autoveicoli. Articolo 10 L’importo totale dei risarcimenti assicurativi è limitato a [LVL]1000 per ciascuna vittima d’incidente stradale se tutti i danni di cui ai punti 3, 6, 7 e 8 sono risarciti . Procedimento principale e questioni pregiudiziali 15 Il 14 febbraio 2006 i genitori del sig.Drozdovs sono deceduti in un incidente stradale avvenuto a Riga Lettonia . Il sig.Drozdovs, che è nato il 25 agosto 1995, è stato, di conseguenza, posto sotto la tutela della sig.raBalakireva in prosieguo la tutrice . 16 Tale incidente è stato causato dal conducente di un’auto assicurata con la Baltikums. L’autore del predetto incidente, che si trovava in stato di ubriachezza, che guidava a eccessiva velocità un veicolo in cattive condizioni dal punto di vista tecnico e che aveva effettuato, al momento di detto incidente, una manovra di sorpasso pericolosa, è stato condannato con sentenza penale a sei anni di pena detentiva e alla sospensione della patente di guida per autoveicoli per cinque anni. 17 Il 13 dicembre 2006 la tutrice ha informato la Baltikums dell’incidente e ha invitato quest’ultima a corrispondere gli indennizzi previsti, tra cui quello dovuto a titolo di danni morali, che era stato calcolato in LVL200000. Il 29 gennaio 2007 la Baltikums ha versato, conformemente all’articolo 7 del decreto, una somma di LVL200 a titolo di risarcimento delle sofferenze psicologiche sopportate dal sig.Drozdovs, nonché un importo di LVL4497,47 a titolo di danni patrimoniali, che non è oggetto di controversia. 18 Il 13 settembre 2007 la tutrice ha proposto, nei confronti della Baltikums, un ricorso diretto al versamento di un’indennità pari a LVL200000 a titolo di danni morali subiti dal sig.Drozdovs. Tale ricorso, che era motivato sul fatto che la morte dei genitori ha causato al sig.Drozdovs sofferenze piscologiche a motivo della sua giovane età, si fondava sugli articoli 15, paragrafo 1, primo comma, 19, paragrafo 2, terzo comma, e 39, paragrafi 1 e 6, della legge OCTA, nonché sull’articolo 1, paragrafo 2, della seconda direttiva. 19 Essendo stati respinti il predetto ricorso e l’impugnazione proposta dalla tutrice, segnatamente sulla base dell’articolo 7 del decreto, quest’ultima ha proposto un ricorso in cassazione dinanzi al giudice del rinvio, chiedendo l’annullamento della sentenza pronunciata dal giudice d’appello e il rinvio della causa a tale giudice per un nuovo esame. 20 Con il predetto ricorso, la tutrice ha fatto valere in particolare che il giudice d’appello aveva erroneamente applicato l’articolo 15, paragrafo 1, primo comma, della legge OCTA, in quanto tale disposizione dovrebbe essere interpretata in conformità, segnatamente, della prima e della seconda direttiva. Orbene, risulterebbe da tale normativa dell’Unione che uno Stato membro non può fissare limiti del risarcimento inferiori agli importi minimi previsti all’articolo 1 della seconda direttiva. Ne conseguirebbe che l’articolo 7 del decreto viola i limiti del risarcimento fissati all’articolo 15, paragrafo 1, primo comma, della legge OCTA e dalle direttive summenzionate. 21 Il giudice del rinvio rileva che l’articolo 1 della seconda direttiva fissa un importo di garanzia obbligatorio per i danni alle persone e i danni alle cose, ma non prende in considerazione direttamente i danni morali causati alle persone. Inoltre, la Corte avrebbe riconosciuto che la prima e la seconda direttiva non sono dirette ad armonizzare i regimi di responsabilità civile degli Stati membri, per cui questi ultimi rimarrebbero liberi di determinare il regime applicabile agli incidenti stradali. Se ne potrebbe dedurre che le direttive interessate non riguardino l’importo del risarcimento dei danni morali causati alle persone. 22 Tuttavia, il giudice del rinvio ritiene che sarebbe del pari possibile affermare che le predette direttive ostano a normative degli Stati membri che fissino un limite massimo a un regime di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli. Infatti, la finalità di tale assicurazione sarebbe di risarcire, almeno parzialmente, a favore delle vittime di incidenti stradali i danni che possono essere valutati in modo oggettivo, segnatamente i danni causati alle cose e alle persone, compresi i danni morali. 23 Inoltre, la Corte avrebbe dichiarato che le direttive interessate vietano sia di rifiutare o di limitare in modo sproporzionato il risarcimento dei danni subiti dalle vittime di incidenti stradali, sia di prevedere importi minimi di garanzia inferiori agli importi minimi di garanzia fissati all’articolo 1, paragrafo 2, della seconda direttiva. 24 Orbene, il giudice del rinvio osserva anche che un sistema di assicurazione della responsabilità civile efficace deve mirare a conciliare i diversi interessi delle vittime di incidenti stradali, dei proprietari di autoveicoli e delle loro imprese assicuratrici. Limiti di risarcimento chiari garantirebbero alle vittime gli indennizzi previsti per i danni subiti, limiterebbero i premi assicurativi a somme ragionevoli e consentirebbero alle imprese assicuratrici di fruire di un reddito. 25 Il giudice del rinvio precisa che il legislatore nazionale ha limitato il risarcimento da parte dell’assicurazione obbligatoria a titolo di responsabilità civile risultante da incidenti stradali fissando dei massimali e che esso ha delegato al governo il compito di stabilire le norme relative all’importo e alle modalità di calcolo del risarcimento da parte dell’impresa assicuratrice dei danni non patrimoniali causati alle persone. Orbene, secondo esso, tali regole limitano in modo sproporzionato il diritto al risarcimento da parte della predetta impresa assicuratrice, segnatamente mediante la concessione di un’indennità irrisoria di LVL100 prevista per la sofferenza psicologica causata dalla morte di una persona dalla quale la persona interessata dipende economicamente. 26 Ciò premesso, l’Augstākās tiesas Senāts ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali 1 Se il risarcimento obbligatorio del danno alle persone, previsto all’articolo 3 della [prima direttiva] e [all’articolo 1, paragrafo 2,] della [seconda direttiva] includa anche il danno morale. 2 In caso di risposta affermativa alla prima questione, se l’articolo 3 della [prima direttiva] e [l’articolo 1, paragrafo 2,] della [seconda direttiva] debbano essere interpretati nel senso che tali disposizioni non autorizzano uno Stato membro a limitare l’importo massimo del risarcimento del danno immateriale morale , fissando un limite sostanzialmente inferiore al limite della responsabilità assicurativa fissato dalle direttive e dalla legge nazionale . Sulle questioni pregiudiziali Sulla prima questione 27 Con la sua prima questione il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se gli articoli 3, paragrafo 1, della prima direttiva e 1, paragrafo 2, della seconda direttiva debbano essere interpretati nel senso che l’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli debba coprire il risarcimento dei danni immateriali subiti dai congiunti di vittime decedute in un incidente stradale. 28 Si deve ricordare che dai preamboli della prima e della seconda direttiva emerge che queste sono dirette a garantire, da un lato, la libera circolazione sia dei veicoli che stazionano abitualmente nel territorio dell’Unione europea, sia delle persone che vi si trovano a bordo e, dall’altro, a garantire che le vittime degli incidenti causati da tali veicoli beneficeranno di un trattamento comparabile, indipendentemente dal luogo dell’Unione in cui il sinistro è avvenuto sentenza del 23 ottobre 2012, Marques Almeida, -300/10, non ancora pubblicata nella Raccolta, punto 26 e la giurisprudenza ivi citata . 29 La prima direttiva, come precisata e integrata dalla seconda e dalla terza direttiva, impone quindi agli Stati membri di garantire che la responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli che stazionano abitualmente sul loro territorio sia coperta da un’assicurazione e precisa, in particolare, i tipi di danni e i terzi vittime che siffatta assicurazione deve coprire sentenza Marques Almeida, cit., punto 27 e la giurisprudenza ivi citata . 30 Occorre tuttavia ricordare che l’obbligo di copertura, da parte dell’assicurazione della responsabilità civile, dei danni causati ai terzi dagli autoveicoli è distinto dalla portata del risarcimento di detti danni a titolo di responsabilità civile dell’assicurato. Infatti, mentre il primo è definito e garantito dalla normativa dell’Unione, la seconda è sostanzialmente disciplinata dal diritto nazionale sentenza Marques Almeida, cit., punto 28 e giurisprudenza ivi citata . 31 Al riguardo, la Corte ha già dichiarato che dall’oggetto della prima, della seconda e della terza direttiva, nonché dal loro tenore letterale, risulta che esse non sono dirette ad armonizzare i regimi di responsabilità civile degli Stati membri e che, allo stato attuale del diritto dell’Unione, questi ultimi restano liberi di stabilire il regime di responsabilità civile applicabile a sinistri derivanti dalla circolazione di autoveicoli sentenza Marques Almeida, cit., punto 29 e giurisprudenza ivi citata . 32 Di conseguenza, e alla luce segnatamente dell’articolo 1, punto 2, della prima direttiva, allo stato attuale del diritto dell’Unione, gli Stati membri restano in linea di principio liberi di stabilire i loro regimi di responsabilità civile, in particolare i danni causati dagli autoveicoli che devono essere risarciti, la portata del risarcimento di tali danni e le persone che hanno diritto al predetto risarcimento. 33 Tuttavia, la Corte ha precisato che gli Stati membri devono esercitare le loro competenze in tale settore nel rispetto del diritto dell’Unione e che le disposizioni nazionali che disciplinano il risarcimento dei sinistri risultanti dalla circolazione di autoveicoli non possono privare la prima, la seconda e la terza direttiva del loro effetto utile sentenza Marques Almeida, cit., punto 31 e giurisprudenza ivi citata . 34 Per quanto riguarda la copertura da parte dell’assicurazione obbligatoria dei danni causati dagli autoveicoli che devono essere risarciti ai sensi della normativa nazionale sulla responsabilità civile, l’articolo 3, paragrafo 1, seconda frase, della prima direttiva lasciava, certamente, come rilevato dal governo tedesco, agli Stati membri il compito di determinare i danni coperti nonché le modalità dell’assicurazione obbligatoria v., in tal senso, sentenza del 28 marzo 1996, Ruiz Bernáldez, -129/94, Racc.pag.I‑1829, punto 15 . 35 Tuttavia, proprio al fine di ridurre le disparità sussistenti quanto alla portata dell’obbligo di assicurazione tra le normative degli Stati membri, l’articolo 1 della seconda direttiva ha imposto, in materia di responsabilità civile, la copertura obbligatoria dei danni alle cose e dei danni alle persone, sino a concorrenza di determinati importi. L’articolo 1 della terza direttiva ha esteso tale obbligo alla copertura dei danni alla persona di qualsiasi passeggero diverso dal conducente sentenza Ruiz Bernáldez, cit., punto 16 . 36 Pertanto, gli Stati membri sono obbligati a garantire che la responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli applicabile secondo il loro diritto nazionale sia coperta da un’assicurazione conforme alle disposizioni delle direttive prima, seconda e terza sentenza Marques Almeida, cit., punto 30 e giurisprudenza ivi citata . 37 Ne consegue che la libertà che gli Stati membri hanno di determinare i danni coperti nonché le modalità di assicurazione obbligatoria è stata limitata dalla seconda e dalla terza direttiva, in quanto esse hanno reso obbligatoria la copertura di taluni danni sino a concorrenza di importi minimi determinati. Figurano in particolare tra tali danni la cui copertura è obbligatoria i danni alle persone, come precisa l’articolo 1, paragrafo 1, della seconda direttiva. 38 Orbene, come rilevato dall’avvocato generale ai paragrafi da 68 a 73 delle sue conclusioni e come dichiarato dalla Corte EFTA nella sua sentenza del 20 giugno 2008, Celina Nguyen/The Norwegian State E‑8/07, EFTA Court Report, pag.224, punti 26 e 27 , occorre considerare, alla luce delle diverse versioni linguistiche degli articoli 1, paragrafo 1, della seconda direttiva e 1, primo comma, della terza direttiva, nonché della finalità di tutela delle tre direttive di cui sopra, che rientra nella nozione di danni alle persone qualsiasi danno, nei limiti in cui il suo risarcimento sia previsto a titolo di responsabilità civile dell’assicurato da parte del diritto nazionale applicabile alla controversia, derivante da una lesione all’integrità della persona, il che comprende le sofferenze sia fisiche che psicologiche. 39 Infatti, secondo una giurisprudenza costante, le disposizioni del diritto dell’Unione devono essere interpretate e applicate in modo uniforme alla luce delle versioni vigenti in tutte le lingue dell’Unione. In caso di difformità tra le diverse versioni linguistiche di un testo di diritto dell’Unione, la disposizione di cui è causa dev’essere interpretata in funzione dell’economia generale e della finalità della normativa di cui essa fa parte v., in particolare, sentenza dell’8 dicembre 2005, Jyske Finans, -280/04, Racc.pag.I‑10683, punto 31 e giurisprudenza ivi citata . 40 Pertanto, posto che le differenti versioni linguistiche dell’articolo 1, paragrafo 1, della seconda direttiva utilizzano, in sostanza, le nozioni sia di danno alla persona che di pregiudizio immateriale, occorre attenersi all’economia e alla finalità di siffatte disposizioni e di tale direttiva. In proposito, è necessario, da un lato, rilevare che tali nozioni si aggiungono a quella di danno alle cose e, dall’altro, rammentare che le disposizioni e la direttiva predette sono dirette, in particolare, a rafforzare la tutela delle vittime. Ciò premesso, occorre accogliere l’interpretazione estensiva di dette nozioni che è riportata al punto 38 della presente sentenza. 41 Di conseguenza, tra i danni che devono essere risarciti conformemente alle direttive prima, seconda e terza figurano i danni immateriali il cui risarcimento è previsto a titolo di responsabilità civile dell’assicurato dal diritto nazionale applicabile alla controversia. 42 Per quanto concerne la questione di sapere quali siano le persone che possono richiedere il risarcimento di tali danni immateriali, da un lato, occorre rilevare che risulta dal combinato disposto degli articoli 1, punto 2, e 3, paragrafo 1, prima frase, della prima direttiva che la tutela che deve essere assicurata in virtù di tale direttiva si estende a ogni persona che ha diritto, ai sensi della normativa nazionale sulla responsabilità civile, al risarcimento dei danni causati da autoveicoli. 43 Dall’altro, occorre precisare che, come rilevato dall’avvocato generale al paragrafo 78 delle conclusioni e contrariamente a quanto fa valere il governo tedesco, la terza direttiva non ha limitato la cerchia di persone tutelate, bensì, al contrario, ha reso obbligatoria la copertura dei danni subiti da determinate persone ritenute particolarmente vulnerabili. 44 Altresì, tanto più che la nozione di danno riportata all’articolo 1, punto 2, della prima direttiva non è circoscritta, niente consente di considerare, contrariamente a quanto sostengono i governi lettone e lituano, che determinati danni, come i danni immateriali, nei limiti in cui debbano essere risarciti ai sensi della normativa nazionale sulla responsabilità civile applicabile, dovrebbero essere esclusi da tale nozione. 45 Nessun elemento della prima, della seconda o della terza direttiva consente di affermare che il legislatore dell’Unione abbia desiderato limitare la tutela assicurata da tali direttive alle sole persone direttamente coinvolte in un evento dannoso. 46 Di conseguenza, gli Stati membri sono obbligati a garantire che il risarcimento dovuto, ai sensi della loro normativa nazionale sulla responsabilità civile, a motivo dei danni immateriali subiti dai familiari di vittime di incidenti stradali sia coperta dall’assicurazione obbligatoria sino a concorrenza degli importi minimi stabiliti all’articolo 1, paragrafo 2, della seconda direttiva. 47 Nel caso di specie, questo sarebbe il caso posto che, secondo le indicazioni del giudice del rinvio, una persona che si trovi nella situazione del sig.Drozdovs ha diritto, in virtù della normativa nazionale lettone sulla responsabilità civile, al risarcimento dei danni immateriali subiti derivanti dalla morte dei suoi genitori. 48 Alla luce di tutte le suesposte considerazioni, occorre rispondere alla prima questione dichiarando che gli articoli 3, paragrafo 1, della prima direttiva e 1, paragrafi 1 e 2, della seconda direttiva devono essere interpretati nel senso che l’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli deve coprire il risarcimento dei danni immateriali subiti dai congiunti di vittime decedute in un incidente stradale nei limiti in cui tale risarcimento sia previsto a titolo di responsabilità civile dell’assicurato dalla normativa nazionale applicabile alla controversia oggetto del procedimento principale. Sulla seconda questione 49 Con la sua seconda questione, il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se gli articoli 3, paragrafo 1, della prima direttiva e 1, paragrafo 2, della seconda direttiva debbano essere interpretati nel senso che essi ostano a disposizioni nazionali ai sensi delle quali l’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli copre il risarcimento dei danni immateriali derivanti, secondo la normativa nazionale sulla responsabilità civile, dal decesso di familiari in un incidente stradale solo sino alla concorrenza di un massimale inferiore a quelli fissati all’articolo 1, paragrafo 2, della seconda direttiva. 50 Si è affermato al punto 46 della presente sentenza che gli Stati membri sono obbligati a garantire che il risarcimento dovuto, ai sensi della loro normativa nazionale sulla responsabilità civile, a motivo dei danni immateriali subiti dai congiunti prossimi delle vittime di incidenti stradali sia coperto dall’assicurazione obbligatoria sino a concorrenza degli importi minimi stabiliti all’articolo 1, paragrafo 2, della seconda direttiva. 51 Occorre del pari ricordare che la Corte ha avuto modo di dichiarare che l’articolo 1, paragrafo 2, della seconda direttiva osta ad una normativa nazionale che prevede massimali di garanzia inferiori agli importi minimi di garanzia fissati da detto articolo v., in tal senso, sentenza del 14 settembre 2000, Mendes Ferreira e Delgado Correia Ferreira, -348/98, Racc.pag.I‑6711, punto 40, nonché ordinanza del 24 luglio 2003, Messejana Viegas, -166/02, Racc.pag.I‑7871, punto 20 . 52 Poiché la Baltikums sostiene che il legislatore nazionale possa prevedere, per categorie specifiche di danni, massimali di garanzia inferiori agli importi minimi di garanzia fissati dal predetto articolo qualora sia garantito che, per la totalità dei danni, gli importi minimi di garanzia fissati dal medesimo articolo siano rispettati, occorre rilevare, da un lato, che l’articolo 1, paragrafo 2, della seconda direttiva non prevede né autorizza una distinzione, tra i danni coperti, diversa da quella stabilita tra danni alle persone e danni alle cose. 53 Dall’altro lato, occorre ricordare che è stato rilevato al punto 33 della presente sentenza che gli Stati membri devono esercitare le loro competenze in tale settore nel rispetto del diritto dell’Unione e che le disposizioni nazionali che disciplinano il risarcimento dei sinistri risultanti dalla circolazione di autoveicoli non possono privare le tre direttive del loro effetto utile. 54 Orbene, se il legislatore nazionale potesse prevedere, per ciascuna delle differenti categorie specifiche di danni identificati, eventualmente, nella normativa nazionale, massimali di garanzia inferiori agli importi minimi di garanzia fissati all’articolo 1, paragrafo 2, della seconda direttiva, i predetti importi minimi di garanzia e, pertanto, tale articolo sarebbero privati del loro effetto utile. 55 Risulta altresì dal fascicolo sottoposto alla Corte che, a differenza delle circostanze che hanno dato luogo alla citata sentenza Marques Almeida, la normativa nazionale controversa nel procedimento principale non è diretta a determinare il diritto della vittima a un risarcimento a titolo di responsabilità civile dell’assicurato, né l’eventuale portata di tale diritto, ma è idonea a limitare la copertura da parte dell’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile di un assicurato. 56 Infatti, la tutrice ha rilevato, e in udienza dinanzi alla Corte il governo lettone ha confermato, che, secondo il diritto lettone, la responsabilità civile dell’assicurato a titolo, segnatamente, dei danni immateriali subiti da talune persone a causa di un incidente stradale può eccedere gli importi coperti, ai sensi della normativa nazionale controversa, dall’assicurazione obbligatoria. 57 Orbene, ciò premesso, si deve affermare che la normativa nazionale controversa nel procedimento principale pregiudica la garanzia, sancita dal diritto dell’Unione, che la responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli, determinata secondo la normativa nazionale applicabile, sia coperta da un’assicurazione conforme alla prima, alla seconda e alla terza direttiva v., in tal senso, sentenza Marques Almeida, cit., punto 38 e la giurisprudenza ivi citata . 58 Ne deriva che si deve rispondere alla seconda questione dichiarando che gli articoli 3, paragrafo 1, della prima direttiva e 1, paragrafi 1 e 2, della seconda direttiva devono essere interpretati nel senso che essi ostano a disposizioni nazionali ai sensi delle quali l’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli copre il risarcimento dei danni immateriali dovuto, secondo la normativa nazionale sulla responsabilità civile, per il decesso di un prossimo congiunto in un incidente stradale solo sino a concorrenza di un massimale inferiore agli importi fissati all’articolo 1, paragrafo 2, della seconda direttiva. Sulle spese 59 Nei confronti delle parti nel procedimento principale la presente causa costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar luogo a rifusione. Per questi motivi, la Corte Seconda Sezione dichiara 1 Gli articoli 3, paragrafo 1, della direttiva 72/166/CEE del Consiglio, del 24 aprile 1972, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e di controllo dell’obbligo di assicurare tale responsabilità, e 1, paragrafi 1 e 2, della seconda direttiva 84/5/CEE del Consiglio, del 30 dicembre 1983, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli, devono essere interpretati nel senso che l’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli deve coprire il risarcimento dei danni immateriali subiti dai congiunti di vittime decedute in un incidente stradale nei limiti in cui tale risarcimento sia previsto a titolo di responsabilità civile dell’assicurato dalla normativa nazionale applicabile alla controversia oggetto del procedimento principale. 2 Gli articoli 3, paragrafo 1, della direttiva 72/166 e 1, paragrafi 1 e 2, della seconda direttiva 84/5 devono essere interpretati nel senso che essi ostano a disposizioni nazionali ai sensi delle quali l’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli copre il risarcimento dei danni immateriali dovuto, secondo la normativa nazionale sulla responsabilità civile, per il decesso di un prossimo congiunto in un incidente stradale solo sino a concorrenza di un massimale inferiore agli importi fissati all’articolo 1, paragrafo 2, della direttiva 84/5. * Fonte http //curia.europa.eu/

Corte di Giustizia UE, Seconda Sezione, sentenza 24 ottobre 2013, causa C-22/12 * Assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli– Direttiva 72/166/CEE– Articolo 3, paragrafo 1– Direttiva 90/232/CEE– Articolo 1– Incidente stradale– Decesso di un passeggero– Diritto al risarcimento del coniuge e del figlio minore di età– Danno immateriale– Risarcimento– Copertura fornita dall’assicurazione obbligatoria Sentenza 1 La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione dell’articolo 3, paragrafo 1, della direttiva 72/166/CEE del Consiglio, del 24 aprile 1972, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e di controllo dell’obbligo di assicurare tale responsabilità GU L103, pag.1 in prosieguo la prima direttiva , e dell’articolo 1, primo comma, della terza direttiva 90/232/CEE del Consiglio, del 14 maggio 1990, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli GU L129, pag.33 in prosieguo la terza direttiva . 2 Tale domanda è stata presentata nell’ambito di una controversia tra, da un lato, la sig.raHaasová, che agisce in nome proprio e in nome di sua figlia minore di età, Kristína Haasová, nata il 22 aprile 1999, e, dall’altro, il sig.Petrík e la sig.raHolingová, vertente sul risarcimento da parte di questi ultimi, a titolo della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli, del danno conseguente al decesso del sig.Haas, coniuge della sig.raHaasová e padre di Kristína Haasová, a causa di un incidente stradale avvenuto in territorio ceco. Contesto normativo Diritto internazionale privato 3 L’articolo 3 della Convenzione sulla legge applicabile in materia di incidenti della circolazione stradale, adottata a L’Aia il 4 maggio 1971 in prosieguo la Convenzione dell’Aia del 1971 , ratificata dalla Repubblica slovacca, dalla Repubblica ceca e da altri Stati membri dell’Unione europea, nonché da alcuni paesi terzi, stabilisce quanto segue La legge applicabile è la legge nazionale dello Stato sul cui territorio l’incidente è avvenuto . 4 L’articolo 4 di tale convenzione dispone quanto segue Fatto salvo l’articolo 5, sono ammesse deroghe all’articolo 3 nei seguenti casi a Quando nell’incidente è coinvolto un solo veicolo, e tale veicolo è immatricolato in uno Stato diverso da quello sul cui territorio è avvenuto l’incidente, si applica la legge nazionale dello Stato d’immatricolazione alla responsabilità – verso il conducente, il detentore, il proprietario o qualsiasi altra persona che vanti un diritto sul veicolo, senza tenere conto della loro residenza abituale, – verso il passeggero rimasto vittima dell’incidente, se questi aveva la propria residenza abituale in uno Stato diverso da quello sul cui territorio è avvenuto l’incidente, – verso la persona rimasta vittima dell’incidente che si trovava sul luogo dell’incidente al di fuori del veicolo, se essa aveva la propria residenza abituale nello Stato d’immatricolazione. In caso di più vittime la legge applicabile è determinata separatamente per ciascuna di esse. b Quando più veicoli sono coinvolti nell’incidente le disposizioni di cui alla lettera a sono applicabili soltanto se tutti i veicoli sono immatricolati nello stesso Stato. . 5 L’articolo 8 di detta convenzione è formulato come segue La legge applicabile stabilisce in particolare 1. le condizioni e l’estensione della responsabilità 2. i motivi di esonero, nonché ogni limitazione e ripartizione della responsabilità 3. l’esistenza e la natura dei danni risarcibili 4. le modalità e l’entità del risarcimento 5. la trasferibilità del diritto al risarcimento 6. i soggetti aventi diritto al risarcimento del danno personalmente subito 7. la responsabilità del preponente per il fatto del preposto 8. i casi di prescrizione e decadenza, incluse le norme sulla decorrenza, l’interruzione e la sospensione dei termini . La normativa dell’Unione 6 L’articolo 28 del regolamento CE numero 864/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 luglio 2007, sulla legge applicabile alle obbligazioni extracontrattuali Roma II GU L199, pag.40 in prosieguo il regolamento Roma II , intitolato Rapporti con altre convenzioni internazionali in vigore , stabilisce quanto segue 1. Il presente regolamento non osta all’applicazione delle convenzioni internazionali di cui uno o più Stati membri sono parti contraenti al momento dell’adozione del presente regolamento e che disciplinano i conflitti di leggi inerenti ad obbligazioni extracontrattuali. 2. Tuttavia, il presente regolamento prevale, tra Stati membri, sulle convenzioni concluse esclusivamente tra due o più di essi nella misura in cui esse riguardano materie disciplinate dal presente regolamento . 7 L’articolo 1 della prima direttiva così dispone Ai sensi della presente direttiva, s’intende per 2. persona lesa ogni persona avente diritto alla riparazione del danno causato da veicoli . 8 L’articolo 3, paragrafo 1, della prima direttiva così dispone Ogni Stato membro adotta tutte le misure necessarie affinché la responsabilità civile relativa alla circolazione dei veicoli che stazionano abitualmente nel suo territorio sia coperta da un’assicurazione. I danni coperti e le modalità dell’assicurazione sono determinati nell’ambito di tali misure . 9 L’articolo 1, paragrafi 1 e 2, della seconda direttiva 84/5/CEE del Consiglio, del 30 dicembre 1983, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli GU 1984, L8, pag.17 , quale modificata dalla direttiva 2005/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 maggio 2005 GU L149, pag.14 in prosieguo la seconda direttiva , prevede quanto segue 1. L’assicurazione di cui all’articolo 3, paragrafo 1, della [prima direttiva] copre obbligatoriamente i danni alle cose e i danni alle persone. 2. Salvo importi maggiori di garanzia eventualmente prescritti dagli Stati membri, ciascuno Stato membro esige che l’assicurazione sia obbligatoria almeno per gli importi seguenti a nel caso di danni alle persone, un importo minimo di copertura pari a 1000000EUR per vittima o a 5000000EUR per sinistro, indipendentemente dal numero delle vittime b nel caso di danni alle cose, 1000000EUR per sinistro, indipendentemente dal numero delle vittime. Ove opportuno, gli Stati membri possono stabilire un periodo transitorio fino a cinque anni dalla data di attuazione della direttiva [2005/14], entro il quale adeguare i propri importi minimi di copertura agli importi di cui al presente paragrafo. Gli Stati membri che stabiliscono il suddetto periodo transitorio ne informano la Commissione e indicano la durata del periodo transitorio. Entro 30 mesi dalla data di attuazione della direttiva [2005/14], gli Stati membri devono aumentare gli importi di garanzia ad almeno la metà dei livelli previsti nel presente paragrafo . 10 L’articolo 1 della terza direttiva prevede, segnatamente, che l’assicurazione di cui all’articolo 3, paragrafo 1 della [prima direttiva] copre la responsabilità per i danni alla persona di qualsiasi passeggero, diverso dal conducente, derivanti dall’uso del veicolo . La normativa nazionale La normativa slovacca 11 L’articolo 11 della legge numero 40/1964, che istituisce il codice civile in prosieguo il codice civile slovacco , dispone quanto segue La persona fisica ha diritto alla tutela della propria persona, in particolare alla tutela della vita e della salute, dell’onore e della dignità, nonché della riservatezza, del nome e delle espressioni di natura personale . 12 L’articolo 13 del codice civile slovacco prevede quanto segue 1 La persona fisica ha in particolare il diritto di esigere che si desista da comportamenti illegittimi lesivi dei propri diritti della personalità, che si eliminino le conseguenze di tali comportamenti e che le venga riconosciuta una riparazione adeguata. 2 Qualora una riparazione adeguata ai sensi del paragrafo 1 non sia possibile, in particolare in quanto sia stata gravemente lesa la dignità di una persona fisica o sia stato gravemente leso il suo prestigio sociale, quest’ultima ha altresì il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale in forma pecuniaria. 3 L’entità del risarcimento ai sensi del paragrafo 2 è stabilita dal giudice con riguardo alla gravità del danno immateriale emerso e alle circostanze in cui è avvenuta la violazione del diritto . 13 L’articolo 4 della legge numero 381/2001, in materia di contratto di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di veicoli a motore in prosieguo la legge slovacca relativa all’assicurazione obbligatoria , stabilisce quanto segue 1 L’assicurazione della responsabilità civile trova applicazione nei confronti di chiunque risponda del danno risultante dalla circolazione del veicolo a motore indicato nel contratto di assicurazione. 2 In base all’assicurazione della responsabilità civile l’assicurato ha il diritto che l’assicuratore rimborsi il danneggiato, per suo conto, a fronte di affermate e comprovate pretese a di risarcimento del danno alla salute e di rimborso delle spese in caso di decesso, b di risarcimento del danno che trae origine dalla lesione, distruzione, sottrazione o perdita della cosa, c di rimborso delle spese sostenute normalmente connesse alla rappresentanza legale per l’esercizio delle pretese risarcitorie di cui alle lettere a , b e d , qualora l’assicuratore non abbia adempiuto agli obblighi previsti dall’articolo 11, paragrafo 6, lettera a o b , oppure abbia illegittimamente rifiutato di fornire la prestazione assicurativa, o abbia illegittimamente ridotto la prestazione assicurativa fornita, d di risarcimento per la perdita di guadagno. 3 In base all’assicurazione della responsabilità civile l’assicurato ha il diritto a che l’assicuratore rimborsi all’ente preposto, qualora l’assicurato risulti obbligato nei confronti del suddetto ente, i costi fatti valere, comprovati e pagati, per l’assistenza sanitaria, le indennità di malattia, le indennità di malattia per agenti di polizia e militari, le indennità per infortuni, le indennità per infortuni per agenti di polizia e militari, i trattamenti pensionistici, i trattamenti pensionistici per agenti di polizia e militari, i trattamenti pensionistici da fondi pensione complementare . La normativa ceca 14 L’articolo 11 della legge numero 40/1964, che istituisce il codice civile in prosieguo il codice civile ceco , dispone quanto segue La persona fisica ha diritto alla tutela della propria persona, in particolare alla tutela della vita e della salute, dell’onore e della dignità, nonché della riservatezza, del nome e delle espressioni di natura personale . 15 L’articolo 13 del codice civile ceco prevede quanto segue 1 La persona fisica ha in particolare il diritto di esigere che si desista da comportamenti illegittimi lesivi dei propri diritti della personalità, che si eliminino le conseguenze di tali comportamenti e che le venga riconosciuta una riparazione adeguata. 2 Qualora una riparazione adeguata ai sensi del paragrafo 1 non sia possibile, in particolare in quanto sia stata gravemente lesa la dignità di una persona fisica o sia stato gravemente leso il suo prestigio sociale, quest’ultima ha altresì il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale in forma pecuniaria. 3 L’entità del risarcimento ai sensi del paragrafo 2 è stabilita dal giudice con riguardo alla gravità del danno immateriale emerso e alle circostanze in cui è avvenuta la violazione del diritto . 16 L’articolo 444 di tale codice dispone quanto segue 1 In caso di danno alla persona, la sofferenza della persona lesa e il pregiudizio da essa subito nell’ambito dei rapporti sociali danno luogo a un risarcimento forfettario. 3 In caso di decesso, agli aventi diritto è riconosciuto un risarcimento forfettario pari a a 240000 [corone ceche CZK ] per la perdita del coniuge . 17 L’articolo 6 della legge numero 168/1999 sull’assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di altri veicoli in prosieguo la legge ceca relativa all’assicurazione obbligatoria , ha il seguente tenore 1 L’assicurazione della responsabilità trova applicazione nei confronti di chiunque risponda del danno risultante dalla circolazione del veicolo indicato nel contratto di assicurazione. 2 Salvo diversa disposizione della presente legge, l’assicurato ha diritto a che la compagnia assicuratrice risarcisca per suo conto al danneggiato, nella misura e nell’importo previsti dal codice civile, a il danno causato alla salute o con la morte, b il danno che trae origine da danneggiamento, distruzione o perdita della cosa, nonché il danno che trae origine dalla sottrazione della cosa, qualora la persona fisica abbia perso la capacità di occuparsene, c il mancato guadagno, d le spese effettivamente sostenute connesse con la rappresentanza legale per l’esercizio delle pretese risarcitorie di cui alle lettere a , b e c tuttavia relativamente al danno di cui alle lettere b o c solo nel caso in cui il termine di cui all’articolo 9, paragrafo 3, sia già trascorso o nel caso in cui la compagnia assicuratrice abbia illegittimamente rifiutato oppure illegittimamente ridotto la prestazione assicurata, purché il danneggiato abbia fatto valere e dimostrato la sua pretesa e purché l’evento dannoso, che ha dato origine a tale danno e per il quale risponde l’assicurato, sia avvenuto nel periodo in cui era in vigore l’assicurazione della responsabilità, ad eccezione del periodo d’interruzione di quest’ultima . Procedimento principale e questioni pregiudiziali 18 Dalla domanda di pronuncia pregiudiziale e dalle precisazioni fornite dal giudice del rinvio in risposta a una domanda di chiarimenti rivoltagli dalla Corte ai sensi dell’articolo 101 del suo regolamento di procedura, risulta che il sig.Haas è deceduto il 7 agosto 2008 in territorio ceco, a causa di un incidente stradale provocato dal sig.Petrik, che guidava un automobile da turismo appartenente alla sig.raHolingová. 19 L’automobile della sig.raHolingová, immatricolata nella Repubblica slovacca, nella quale si trovava il sig.Haas, si è scontrata con un automezzo pesante immatricolato nella Repubblica ceca. Al momento dell’incidente la sig.raHaasová e sua figlia erano nella Repubblica slovacca. 20 Con sentenza resa nell’ambito di un procedimento penale dall’Okresný súd Vranov nad Top& #318 ou Repubblica slovacca , il sig.Petrík è stato riconosciuto colpevole di omicidio e di lesioni personali ed è stato condannato a una pena di detenzione di due anni con misura alternativa alla detenzione. Ai sensi degli articoli 50, paragrafo 2, e 51, paragrafo 4, lettera c , del codice penale slovacco, egli è stato condannato al risarcimento del danno, incluso il pagamento dell’importo di EUR1057,86 per il danno subito dalla sig.raHaasová. 21 Inoltre, la sig.raHaasová e sua figlia hanno chiesto la condanna del sig.Petrik e della sig.raHolingová al risarcimento del danno non patrimoniale derivante dalla perdita, rispettivamente, del coniuge e del padre, ai sensi dell’articolo 13, paragrafi 2 e 3, del codice civile slovacco. In primo grado il sig.Petrik e la sig.raHolingová sono stati condannati a versare alla sig.raHaasová un importo pari a EUR15000 a titolo di risarcimento di detto danno. Tutte le parti hanno proposto appello avverso tale sentenza di condanna dinanzi al Krajský súd v Prešove Repubblica slovacca . 22 Tale giudice considera che, tenuto conto delle circostanze di fatto, dev’essere applicato il diritto sostanziale ceco e, in particolare, l’articolo 444, paragrafo 3, del codice civile ceco, il quale prevede, in caso di decesso, che il coniuge avente diritto della vittima benefici di un risarcimento forfettario pari a CZK240000. Orbene, sorgerebbe la questione dell’adeguatezza di tale risarcimento e, di conseguenza, quella del diritto a un risarcimento integrativo in base all’articolo 11 di tale codice. 23 Al riguardo, il giudice del rinvio considera che i diritti della sig.raHaasová e di sua figlia derivano da quelli della vittima, dato che la vita del sig.Haas è stata tutelata dall’articolo 11 di detto codice. Esso precisa che gli articoli da 11 a 16 dei codici civili slovacco e ceco garantiscono la tutela della persona, che include la tutela della vita, della salute, dell’onore, della dignità, della vita privata, del nome e della libera espressione contro i pregiudizi , termine utilizzato per indicare un danno immateriale derivante da una violazione del diritto a tale tutela. 24 Il giudice del rinvio sottolinea altresì che, in forza della legge slovacca sull’assicurazione obbligatoria, il proprietario di un autoveicolo ha il diritto di esigere che l’assicuratore garantisca per suo conto, alla vittima di un sinistro da cui sorge la responsabilità di detto proprietario, il risarcimento di un danno attuale accertato, nei limiti previsti da tale legge e in base alle condizioni assicurative, e, di conseguenza, il risarcimento del danno alla persona e il rimborso delle spese connesse al decesso. 25 Nel caso di specie la sig.raHolingová avrebbe stipulato un contratto di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile con la Allianz-Slovenská poisťovňa a.s. in prosieguo la Allianz . Poiché la persona che ha causato il danno può rivolgersi all’assicuratore affinché risarcisca per suo conto il danno di cui essa deve rispondere, l’assicuratore dovrebbe essere chiamato in causa nell’ambito del procedimento risarcitorio in qualità di interveniente, dal momento che ha un interesse legittimo alla soluzione della controversia. Pertanto, la Allianz, su iniziativa del giudice del rinvio, sarebbe stata chiamata in causa in tale qualità. 26 Orbene, la Allianz avrebbe un siffatto interesse legittimo solo se il diritto esercitato rientrasse nella copertura della responsabilità civile fornita dall’assicurazione obbligatoria. Infatti, se il danno non patrimoniale controverso nel procedimento principale non fosse coperto dall’assicurazione obbligatoria, l’intervento della Allianz nel procedimento non sarebbe giustificato. 27 Secondo il giudice del rinvio, il risarcimento dei danni alla persona riguarda in parte anche il pregiudizio non patrimoniale, vale a dire corrispondente alle sofferenze e al deterioramento della vita sociale. La nozione di danno coperta dal contratto di assicurazione includerebbe pertanto anche pregiudizi di natura non patrimoniale, segnatamente danni immateriali, morali o lesioni alla sfera affettiva. 28 Tale giudice considera inoltre che gli Stati membri sono tenuti, in forza delle direttive prima e terza, ad adottare tutte le misure necessarie affinché la responsabilità civile per i danni risultanti dalla circolazione degli autoveicoli che stazionano abitualmente nel loro territorio sia coperta da un’assicurazione, al fine di tutelare gli assicurati e le vittime di incidenti, e affinché ogni danno o pregiudizio coperto dall’assicurazione obbligatoria dei passeggeri degli autoveicoli dia luogo a un risarcimento. 29 Orbene, la Allianz rifiuterebbe di risarcire il danno non patrimoniale subito in quanto il risarcimento di tale danno ai sensi dell’articolo 13 del codice civile slovacco non sarebbe coperto dal contratto di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di un autoveicolo, poiché il diritto a un risarcimento siffatto esulerebbe dalla copertura prevista dalle leggi slovacca e ceca relative all’assicurazione obbligatoria. 30 Il giudice del rinvio considera tale questione determinante, dal momento che si dovrebbe risarcire anche il danno non patrimoniale subito dall’avente diritto della vittima di un incidente stradale, danno che sarebbe possibile risarcire ai sensi dell’articolo 13, paragrafi 2 e 3, del codice civile applicabile e che, secondo un’ampia interpretazione, dovrebbe essere considerato un danno alla persona, di cui all’articolo 4, paragrafo 2, lettera a , della legge slovacca sull’assicurazione obbligatoria. Ne conseguirebbe che il risarcimento di tale danno non patrimoniale rientrerebbe nell’ambito della responsabilità dell’assicuratore in forza del contratto di assicurazione obbligatoria. 31 Ciò premesso, il Krajský súd v Prešove ha deciso di sospendere al procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali 1 Se l’articolo 1, primo comma, della [terza direttiva], in combinato disposto con l’articolo 3, paragrafo 1, della [prima direttiva] debba essere interpretato nel senso che esso osta a una disposizione di diritto nazionale quale quella di cui all’articolo 4 della legge slovacca [sull’assicurazione obbligatoria] e all’articolo 6 della legge ceca [sull’assicurazione obbligatoria] , ai sensi della quale la responsabilità civile risultante dall’uso di veicoli a motore non copre il danno non patrimoniale, espresso in forma pecuniaria, sofferto dai superstiti delle vittime di un incidente stradale derivante dall’uso di veicoli a motore. 2 Nel caso in cui alla prima questione si risponda che la summenzionata norma di diritto interno non è in contrasto con il diritto comunitario, se le disposizioni di cui all’articolo 4, paragrafi 1, 2 e 4, della legge slovacca [sull’assicurazione obbligatoria] e all’articolo 6, paragrafi da 1 a 3, della legge ceca [sull’assicurazione obbligatoria], debbano essere interpretate nel senso che non ostano a che il giudice nazionale, in conformità all’articolo 1, primo comma, della [terza direttiva] in combinato disposto con l’articolo 3, paragrafo 1, della [prima direttiva], riconosca agli aventi diritto delle vittime di un incidente stradale derivante dall’uso di veicoli a motore, nella loro qualità di soggetti lesi, il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale anche in forma pecuniaria . Sulla ricevibilità delle questioni pregiudiziali 32 Il governo slovacco e la Commissione hanno manifestato dubbi quanto alla ricevibilità delle questioni pregiudiziali, rilevando che la decisione di rinvio non contiene alcuna esposizione dei fatti relativi all’incidente stradale indispensabili alla comprensione della controversia di cui al procedimento principale. Il governo slovacco ritiene, inoltre, che tali questioni non siano pertinenti ai fini della composizione di tale controversia, poiché la Allianz non sarebbe parte nel procedimento e la decisione del giudice nazionale nell’ambito di quest’ultimo non sarà vincolante per tale impresa assicurativa. 33 Al riguardo occorre rilevare che, rispondendo alla domanda di chiarimenti rivoltagli dalla Corte in applicazione dell’articolo 101 del suo regolamento di procedura, da un lato, il giudice del rinvio ha descritto i fatti relativi all’incidente stradale all’origine del procedimento principale, e, dall’altro, ha precisato che la risposta della Corte sarà determinante ai fini della valutazione dell’intervento della Allianz in detto procedimento principale e quindi rispetto al carattere vincolante della sentenza che interverrà nel medesimo nei confronti di tale impresa. 34 Le questioni pregiudiziali devono pertanto essere considerate ammissibili. Sulle questioni pregiudiziali Sulla prima questione 35 Con la sua prima questione il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se gli articoli3, paragrafo 1, della prima direttiva e 1, primo comma, della terza direttiva debbano essere interpretati nel senso che l’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di veicoli a motore deve garantire il risarcimento dei danni non patrimoniali sofferti dai congiunti delle vittime di un incidente stradale. 36 Preliminarmente si deve rilevare che il giudice del rinvio, da un lato, ha precisato che la normativa sulla responsabilità civile applicabile alla fattispecie di cui al procedimento principale, in base agli articoli 3 e 4 della Convenzione dell’Aia del 1971 e all’articolo 28 del regolamento Roma II, è la legge ceca, e, dall’altro, ha indicato che le questioni sollevate non riguardano la copertura da parte dell’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile disciplinata nella sesta parte del codice civile ceco e quindi il risarcimento forfettario previsto all’articolo 444 di detto codice. Infatti, tale giudice considera che gli articoli 11 e 13 del codice civile ceco, riguardanti la tutela della persona, si applicano indipendentemente da tali disposizioni relative alla responsabilità civile e ha precisato che le suddette questioni riguardano esclusivamente la copertura da parte dell’assicurazione obbligatoria del risarcimento del danno immateriale dovuto in base alle disposizioni di tutela della persona. 37 A tale riguardo, occorre rammentare che dal preambolo della prima e della seconda direttiva emerge che queste sono dirette a garantire, da un lato, la libera circolazione sia degli autoveicoli che stazionano abitualmente nel territorio dell’Unione europea, sia delle persone che vi si trovano a bordo e, dall’altro, a garantire che le vittime degli incidenti causati da tali veicoli beneficeranno di un trattamento comparabile, indipendentemente dal luogo dell’Unione in cui il sinistro è avvenuto sentenza del 23 ottobre 2012, Marques Almeida, -300/10, non ancora pubblicata nella Raccolta, punto 26 e giurisprudenza ivi citata . 38 La prima direttiva, come precisata e integrata dalla seconda e dalla terza direttiva, impone quindi agli Stati membri di garantire che la responsabilità civile risultante dalla circolazione degli autoveicoli che stazionano abitualmente sul loro territorio sia coperta da un’assicurazione e precisa, in particolare, i tipi di danni e i terzi vittime che tale assicurazione deve coprire sentenza Marques Almeida, cit., punto 27 e giurisprudenza ivi citata . 39 Occorre tuttavia ricordare che l’obbligo di copertura, mediante assicurazione della responsabilità civile, dei danni causati ai terzi dagli autoveicoli si distingue dalla questione dell’entità del risarcimento di detti danni a titolo di responsabilità civile dell’assicurato. Infatti, mentre il primo è definito e garantito dalla normativa dell’Unione, la seconda è sostanzialmente disciplinata dal diritto nazionale sentenza Carvalho Ferreira Santos, cit., punto 28 e la giurisprudenza ivi citata . 40 Al riguardo, la Corte ha già statuito che dall’oggetto della prima, della seconda e della terza direttiva, nonché dal loro tenore letterale, risulta che queste ultime non mirano ad armonizzare i regimi di responsabilità civile degli Stati membri e che, allo stato attuale del diritto dell’Unione, questi ultimi restano liberi di stabilire il regime di responsabilità civile applicabile ai sinistri derivanti dalla circolazione dei veicoli sentenza Marques Almeida, cit., punto 29 e la giurisprudenza ivi citata . 41 Di conseguenza, e tenuto conto in particolare dell’articolo 1, punto 2, della prima direttiva, allo stato attuale del diritto dell’Unione, gli Stati membri restano in linea di principio liberi di determinare, nell’ambito dei loro regimi di responsabilità civile, in particolare, quali danni causati dai veicoli devono essere risarciti, l’entità del risarcimento degli stessi e le persone aventi diritto a detto risarcimento. 42 Tuttavia la Corte ha precisato che gli Stati membri devono esercitare le loro competenze in tale settore nel rispetto del diritto dell’Unione e che le disposizioni nazionali che disciplinano il risarcimento dei sinistri risultanti dalla circolazione dei veicoli non possono privare la prima, la seconda e la terza direttiva del loro effetto utile sentenza Marques Almeida, cit., punto 31 e giurisprudenza ivi citata . 43 Riguardo alla copertura, fornita dall’assicurazione obbligatoria, dei danni causati dai veicoli che devono essere risarciti si sensi della normativa nazionale della responsabilità civile, l’articolo 3, paragrafo 1, seconda frase, della prima direttiva, lasciava certamente agli Stati membri, come ha osservato il governo tedesco, la competenza per determinare i danni coperti nonché le modalità dell’assicurazione obbligatoria v., in tal senso, sentenza del 28 marzo 1996, Ruiz Bernáldez, -129/94, Racc.pag.I‑1829, punto 15 . 44 Tuttavia, al fine di ridurre le disparità sussistenti quanto alla portata dell’obbligo di assicurazione tra le legislazioni degli Stati membri l’articolo 1 della seconda direttiva ha imposto, in materia di responsabilità civile, la copertura obbligatoria dei danni alle cose e dei danni alle persone, sino a concorrenza di determinati importi. L’articolo 1 della terza direttiva ha esteso tale obbligo alla copertura dei danni alla persona causati ai passeggeri diversi dal conducente sentenza Ruiz Bernáldez, cit., punto 16 . 45 Pertanto, gli Stati membri sono tenuti a garantire che la responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli applicabile secondo la loro normativa nazionale sia coperta da un’assicurazione conforme alle disposizioni della prima, della seconda e della terza direttiva sentenza Marques Almeida, cit., punto 30 e la giurisprudenza ivi citata . 46 Ne consegue che la libertà degli Stati membri di determinare i danni coperti e le modalità dell’assicurazione obbligatoria è stata limitata dalla seconda e dalla terza direttiva, dal momento che esse hanno reso obbligatoria la copertura di taluni danni a concorrenza di importi minimi determinati. In particolare figurano tra tali danni la cui copertura è obbligatoria i danni alla persona, come precisato dall’articolo 1, paragrafo 1, della seconda direttiva. 47 Orbene, come ha rilevato l’avvocato generale ai punti da 68 a 73 delle sue conclusioni e secondo quanto dichiarato dalla Corte EFTA nella sua sentenza del 20 giugno 2008, Celina Nguyen/The Norwegian State E-8/07, EFTA Court Report, pag.224, punti 26 e 27 , si deve considerare, avuto riguardo alle diverse versioni linguistiche degli articoli 1, paragrafo 1, della seconda direttiva e 1, primo comma, della terza direttiva, nonché all’obiettivo di tutela delle tre direttive summenzionate, che rientra nella nozione di danno alla persona ogni danno, il cui risarcimento è previsto a titolo della responsabilità civile dell’assicurato dalla normativa nazionale applicabile alla controversia, arrecato all’integrità della persona, che include le sofferenze sia fisiche sia psicologiche. 48 Infatti, secondo una giurisprudenza costante, le disposizioni del diritto dell’Unione devono essere interpretate e applicate in maniera uniforme, alla luce delle versioni redatte in tutte le lingue dell’Unione. In caso di difformità tra le diverse versioni linguistiche di un testo di diritto dell’Unione, la disposizione di cui trattasi deve essere intesa in funzione del sistema e della finalità della normativa di cui fa parte v., in particolare, sentenza dell’8 dicembre 2005, Jyske Finans, -280/04, Racc.pag.I‑10683, punto 31 e giurisprudenza ivi citata . 49 In tal senso, poiché le diverse versioni linguistiche dell’articolo 1, paragrafo 1, della seconda direttiva impiegano, in sostanza, le nozioni di danno alla persona e di pregiudizio immateriale, ci si deve basare sul sistema e sulla finalità di tali disposizioni e di tale direttiva. A tale riguardo, si deve, da una parte, rilevare che tali nozioni si aggiungono a quella di danno alle cose e, dall’altra, che tali disposizioni e tale direttiva mirano, in particolare, a rafforzare la tutela delle vittime. Pertanto ci si deve attenere all’ampia interpretazione di dette nozioni quale figura al punto 47 della presente sentenza. 50 Di conseguenza, tra i danni che devono essere risarciti conformemente alla prima, alla seconda e alla terza direttiva figurano i danni immateriali il cui risarcimento è previsto a titolo della responsabilità civile dell’assicurato dalla normativa nazionale applicabile alla controversia. 51 Per quanto riguarda la questione di quali siano le persone che possono esigere il risarcimento di tali danni immateriali, si deve da un lato rilevare che da una lettura combinata degli articoli 1, punto 2, e 3, paragrafo 1, prima frase, della prima direttiva risulta che la tutela da assicurare ai sensi di tale direttiva è estesa a chiunque abbia diritto, in base alla normativa nazionale sulla responsabilità civile, al risarcimento del danno causato da autoveicoli. 52 Dall’altro lato, occorre precisare che, come ha rilevato l’avvocato generale al paragrafo 78 delle conclusioni e contrariamente a quanto rileva il governo tedesco, la terza direttiva non ha limitato l’ambito soggettivo di tutela, ma, al contrario, ha reso obbligatoria la copertura dei danni subiti da alcune categorie di persone considerate particolarmente vulnerabili. 53 Inoltre, poiché la nozione di danno che figura all’articolo 1, punto 2, della prima direttiva non risulta ulteriormente circoscritta, nulla permette di considerare, contrariamente a quanto sostiene il governo estone, che taluni danni, come i pregiudizi immateriali, nella misura in cui devono essere risarciti secondo la normativa nazionale sulla responsabilità civile applicabile, debbano essere esclusi da tale nozione. 54 Nessuna indicazione nella prima, nella seconda o nella terza direttiva permette di concludere che il legislatore dell’Unione avrebbe inteso limitare la protezione assicurata da tali direttive alle sole persone direttamente interessate da un evento dannoso. 55 Di conseguenza, gli Stati membri devono garantire che il risarcimento dovuto, secondo il loro diritto nazionale sulla responsabilità civile, a causa del pregiudizio immateriale subito dai congiunti delle vittime di incidenti stradali sia coperto dall’assicurazione obbligatoria a concorrenza degli importi minimi stabiliti all’articolo 1, paragrafo 2, della seconda direttiva. 56 Tale conclusione dovrebbe valere nel caso di specie, dal momento che, secondo le indicazioni del giudice del rinvio, persone che si trovano nella situazione della sig.raHaasová e di sua figlia hanno diritto, ai sensi degli articoli 11 e 13 del codice civile ceco, al risarcimento del danno immateriale subito a causa del decesso del loro rispettivo coniuge e padre. 57 Tale valutazione non può essere rimessa in discussione dalla circostanza, invocata dal governo slovacco, secondo cui tali articoli rientrano in una parte del codice civile ceco e di quello slovacco, che riguarda le lesioni dei diritti della persona ed è autonoma rispetto a quella riguardante la responsabilità civile propriamente detta, ai sensi di tali codici. 58 Infatti, poiché la responsabilità dell’assicurato che risulta secondo il giudice del rinvio, nel caso di specie, dagli articoli 11 e 13 del codice civile ceco trova origine in un incidente stradale ed ha natura civilistica, nessun elemento permette di considerare che una siffatta responsabilità non rientri nell’ambito del diritto nazionale materiale della responsabilità civile cui le direttive summenzionate rinviano. 59 Tenuto conto di tutte le considerazioni che precedono, si deve rispondere alla prima questione che gli articoli 3, paragrafo 1, della prima direttiva, 1, paragrafi 1 e 2, della seconda direttiva e 1, primo comma, della terza direttiva devono essere interpretati nel senso che l’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli deve garantire il risarcimento dei danni immateriali subiti dai congiunti di vittime, decedute, di incidenti stradali, qualora tale risarcimento sia previsto, in forza della responsabilità civile dell’assicurato, dalla normativa nazionale applicabile alla controversia nel procedimento principale. Sulla seconda questione 60 Tenuto conto della risposta fornita dalla Corte alla prima questione, non occorre rispondere alla seconda questione. Sulle spese 61 Nei confronti delle parti nel procedimento principale la presente causa costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar luogo a rifusione. Per questi motivi, la Corte Seconda Sezione dichiara L’articolo 3, paragrafo 1, della direttiva 72/166/CEE del Consiglio, del 24 aprile 1972, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e di controllo dell’obbligo di assicurare tale responsabilità, l’articolo 1, paragrafi 1 e 2, della seconda direttiva 84/5/CEE del Consiglio, del 30 dicembre 1983, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli, quale modificata dalla direttiva 2005/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 maggio 2005, e l’articolo 1, primo comma, della terza direttiva 90/232/CEE del Consiglio, del 14 maggio 1990, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli, devono essere interpretati nel senso che l’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli deve garantire il risarcimento dei danni immateriali subiti dai congiunti di vittime, decedute, di incidenti stradali, qualora tale risarcimento sia previsto, in forza della responsabilità civile dell’assicurato, dalla normativa nazionale applicabile alla controversia nel procedimento principale. * Fonte http //curia.europa.eu/