Riconosciuta l’immunità della Germania: stop ai risarcimenti alle vittime dei crimini nazisti

Secondo la Corte internazionale di giustizia dell’Aja l’Italia non ha rispettato l’obbligo del rispetto dell’immunità degli Stati previsto dal diritto internazionale.

L’Italia ha violato l’immunità della Repubblica Federale Tedesca riconosciuta dal diritto internazionale. E’ quanto ha stabilito la Corte internazionale di Giustizia dell’Aja nella odierna sentenza con la quale ha accolto il ricorso che la Germania aveva presentato contro l’Italia il 28 dicembre 2008. La questione dei risarcimenti. La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento avanzata nel 1998 da Luigi Ferrini, un uomo che fu arrestato e deportato in Germania nell’agosto del ‘44 e messo ai lavori forzati in una fabbrica di armi. Fu nel trattare il suo caso che la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5044/04, aveva affermato la giurisdizione delle Corti italiane sulle domande di risarcimento promosse contro la Germania, non riconoscendo così alcuna immunità in favore dello Stato tedesco in tutte quelle cause che hanno ad oggetto crimini internazionali. Del resto, a detta della Corte, un orientamento diverso avrebbe significato l’impossibilità di garantire sul piano internazionale la tutela da gravi violazioni dei diritti umani. Un principio che è stato ribadito in successive pronunce con le quali sono stati riconosciuti i risarcimenti alle vittime degli eccidi di Civitella in Val di Chiana, Cornia e San Pancrazio del giugno ’44. Ad oggi, molte sono ancora le cause pendenti che riguardano crimini nazisti. Il riconoscimento delle sentenze straniere. L’Italia però, non è l’unico paese nel quale sono state avanzate richieste di risarcimento. Nel 1995, anche le vittime del massacro di Distomo del giugno del ’44 hanno agito contro la Germania davanti ai tribunali greci. I giudici hanno riconosciuto il diritto ad un risarcimento, ma la sentenza non è stata eseguita perché il governo dell’epoca aveva negato l’autorizzazione politica richiesta dalla normativa di quel paese. Così, le vittime greche hanno dato mandato al loro avvocato di eseguire la sentenza in Italia, dato che qui, come ha ribadito una sentenza della Corte Costituzionale successiva al disastro del Cermis, non è necessaria l’autorizzazione del governo per le richieste di risarcimento contro uno stato estero. Le vittime di Distomo avevano così ottenuto l’iscrizione di una ipoteca giudiziale sulla sede del centro studi italo-tedesco di Villa Vigoni, a Menaggio sul lago di Como, di proprietà dello Stato tedesco e il pignoramento dei crediti delle ferrovie tedesche presso Trenitalia, connessi alla vendita di biglietti su tratte internazionali. Le leggi italiane ad hoc. Anche in questo caso, le vittime non hanno ottenuto il risarcimento perché, nel frattempo, il governo italiano aveva approvato un decreto ad hoc . Il d.l. 63/10, poi convertito, aveva infatti sospeso l’efficacia dei titoli esecutivi in pendenza dell’accertamento dell’immunità della giurisdizione italiana degli Stati esteri. La sospensione era prevista fino al 31 dicembre 2011. Ci ha poi pensato il governo Monti a posticipare la scadenza con un’apposita norma contenuta nel decreto mille proroghe pubblicato in G.U. il 29 dicembre. La violazione dell’immunità. Si arriva quindi alla pronuncia di oggi con la quale, con 12 voti favorevoli e 3 contrari, i giudici hanno riconosciuto la violazione da parte dell’Italia dell’immunità da riconoscersi alla Germania per aver sottoposto a giudizio lo stato estero. 14 giudici su 15 hanno ravvisato una violazione anche nell’iscrizione dell’ipoteca su Villa Vigoni e 14 giudici su 15 hanno considerato illegittima la dichiarazione di esecutività delle sentenze greche da parte dell’Italia.

Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja, sentenza 3 febbraio 2012