Effetti, gravi e pesanti, della mancata conversione del D.L. di riordino delle Province: è caos istituzionale

Sul tema interviene il Ministro Filippo Patroni Griffi, il quale afferma che l’eventuale mancata conversione del decreto sulle Province determina una serie di problemi operativi sul piano delle funzioni per i cittadini nonché di raccordo normativo con la legge di spending e il decreto Salva-Italia . Ora, prosegue il Ministro della P.A., spetta solo alle forze politiche decidere se portare avanti e concludere il riordino delle Province, con il dimezzamento e la razionalizzazione delle relative funzioni, o se arrestare il processo di riordino .

In concomitanza con tali dichiarazioni è stato presentato uno studio - effettuato dal Dipartimento Riforme Istituzionali - che mira a sottolineare, in maniera incisiva, le conseguenze che deriverebbero dall’eventuale ipotesi di mancata conversione in legge del d.l. sul riordino delle Province. Città Metropolitane. Le Città Metropolitane, istituite solo sulla carta, non troverebbero operatività alcuna, mancando la definizione di fattori fondamentali al loro funzionamento sistema elettorale del consiglio metropolitano rapporti tra sindaco del capoluogo e sindaco metropolitano, rapporti patrimoniali e finanziari. Mancherebbe peraltro una chiara definizione dei confini di Firenze e Milano. Province. Si ritornerebbe al decreto Salva-Italia per il numero ed i confini delle Province. Ne rinascerebbero 35. Le Province resterebbero titolari di mere funzioni di indirizzo e di coordinamento, poiché verrebbe meno la definizione di area vasta come funzioni fondamentali delle Province. Da ciò deriverebbe - una riallocazione delle funzioni provinciali sia stabilite per legge che delegate dalle Regioni stesse alle Regioni, con conseguente aumento della spesa il personale costa di più nelle Regioni che nei Comuni o nelle Province e si dovrebbe ricorrere a costose agenzie e società strumentali - un periodo di incertezza per l’esercizio di funzioni fondamentali per i cittadini come la gestione rifiuti, la tutela idrogeologica e ambientale, la manutenzione di scuola superiori e strade - confusione per il trasferimento di personale, finanziamenti e beni immobili. Blocco della riorganizzazione periferica dello Stato. Il mancato riordino delle Province renderebbe problematica l’attuazione della riorganizzazione degli uffici periferici, poiché questi sono organizzati su base provinciale. Caos istituzionale e maggiori costi. Oltre ai mancati risparmi, ci sarebbe anche una crescita dei costi a carico dei Comuni e delle Regioni. La funzionalità degli enti locali sarebbe compromessa, generando una diffusa confusione istituzionale.

Studio del Dipartimento Riforme Istituzionali sugli effetti della mancata conversione del D.L. Province, 9 dicembre L'eventuale mancata conversione in legge del dl di riordino delle Province comporterebbe una situazione di caos istituzionale. Di seguito, alcuni dei gravi e pesanti effetti che comprometterebbero la funzionalità degli enti stessi. Tra le conseguenze, oltre ai mancati risparmi che si sarebbero ottenuti con la riduzione delle Province, ci sarebbe una lievitazione dei costi a carico dei Comuni e soprattutto delle Regioni. 1 - Le città metropolitane restano istituite solo sulla carta e la loro operatività sarebbe ostacolata da una serie di fattori mancanza di definizione del sistema elettorale del consiglio metropolitano incertezze sui rapporti tra sindaco del comune capoluogo e sindaco metropolitano incertezze sui rapporti patrimoniali e finanziari perimetro diverso per Firenze e Milano. 2 - Sostanziale ritorno al decreto Salva Italia, con i seguenti problemi a i perimetri e le dimensioni delle province restano quelli attuali rinascono 35 province b viene meno l'individuazione delle funzioni di area vasta come funzioni fondamentali delle province, sicché le province restano titolari di sole funzioni di indirizzo e coordinamento. Ne consegue che b1 le Regioni dovranno emanare entro la fine di quest'anno leggi per riallocare le funzioni tra comuni e regioni medesime. Non potendo allocare le attuali funzioni provinciali a livello comunale, trattandosi per l'appunto di funzioni di area vasta e quindi di livello sovracomunale, ciò comporterà tendenzialmente la devoluzione delle funzioni alle regioni con conseguente lievitazione dei costi per il personale il personale regionale costa più di quello provinciale e comunale e la probabile costituzione di costose agenzie e società strumentali per l'esercizio delle funzioni b2 se le Regioni non provvedono lo Stato dovrà intervenire in via sostitutiva, quindi bisognerà valutare, regione per regione, come riallocare le funzioni ora esercitate dalle province b3 le regioni hanno delegato alle province numerose funzioni proprie a questo punto le deleghe dovranno essere ritirate b4 si vivrà un periodo di incertezza per l'esercizio di funzioni fondamentali per i cittadini come manutenzione di scuole superiori e strade, gestione rifiuti, tutela idrogeologica e ambientale b5 si porrà inoltre una questione finanziaria legata dal problema dei mutui contratti dalle province con banche e soprattutto Cassa depositi e prestiti a questi dovranno subentrare regioni o comuni o dovranno essere frazionati altri problemi riguarderanno il trasferimento del personale, dei finanziamenti, dei beni immobili 3 - Blocco della riorganizzazione periferica dello Stato - Il mancato riordino delle Province si riflette sulla riorganizzazione dell'amministrazione periferica dello Stato e sui risparmi alla stessa collegati. Infatti, gli uffici periferici dello Stato sono organizzati tendenzialmente su base provinciale. Il mancato riordino delle province quindi rende problematica l'attuazione della riorganizzazione degli uffici periferici.