Truffa aggravata a danno di un ente pubblico: il reato è flagrante in relazione ad ogni percezione di denaro

Una truffa aggravata a danno di un ente pubblico, consistente nella percezione di un assegno di accompagnamento con artifici e raggiri, rientra tra i reati a consumazione prolungata e per questo motivo è flagrante in relazione ad ogni singola percezione di danaro.

Lo ha affermato la Corte di Cassazione nella sentenza n. 29065, depositata l’8 luglio 2015. Il caso. Il GIP del Tribunale di Velletri non convalidava l’arresto in flagranza di una donna per il reato di cui all’art. 640, comma 1 e 2, n. 1, c.p. che disciplina in particolare la truffa a danno dello Stato o di un altro ente pubblico. Nell’ordinanza si sosteneva che per la convalida dell’arresto deve aversi riguardo non al momento consumativo del reato, nel caso di specie a consumazione prolungata, ma alla condotta realizzata. Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri deduceva violazione di legge affermando che nei reati a consumazione prolungata si hanno singole azioni del reato con conseguente protrazione della flagranza. Reati a consumazione prolungata. La Corte si sofferma sulla tipologia di reati a consumazione prolungata, riprendendo la sentenza della Cassazione, sez. 4., n. 1537/2010. Nel caso citato, in particolare, il furto di energia elettrica rientra tra i delitti a consumazione prolungata, o a condotta frazionata, perché l’evento continua a prodursi nel tempo, sebbene con soluzione di continuità, e per questo motivo le plurime captazioni di energia che si susseguono nel tempo costituiscono singoli atti di un’unica azione furtiva e spostano in avanti la cessazione della consumazione fino all’ultimo prelievo . In applicazione di questo principio, la Corte ritiene il delitto flagrante se all’atto dell’intervento della P.G. la captazione di energia elettrica è ancora in atto. Flagranza di reato nella truffa aggravata a danno di un ente pubblico. Nel caso in esame, allo stesso modo, la truffa aggravata a danno di un ente pubblico attuata con la percezione di un assegno di accompagnamento con artifici e raggiri, essendo un reato a consumazione prolungata è flagrante in relazione ad ogni singola percezione di danaro . Per questi motivi la Corte ritiene il ricorso fondato e annulla l’ordinanza impugnata con rinvio al Tribunale di Velletri per nuovo esame.

Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza 1 – 8 luglio 2015, n. 29065 Presidente Esposito – Relatore Davigo Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 3.12.2014 il G.I.P. del Tribunale di Velletri non convalidò l'arresto in flagranza di S.M. per il reato di cui all'art. 640 comma 1 e 2 n. i cod. pen. ritenendo che per la convalida dell'arresto deve aversi riguardo non al momento consumativo del reato nella specie a consumazione prolungata ma alla condotta realizzata. 2. Ricorre per cassazione il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri deducendo violazione di legge in quanto la giurisprudenza di questa Corte Cass. Sez. 4 sent. n. 1537 del 2.10.209 dep. 14.1.2010 Rv. 246294 ha affermato che nei reati a consumazione prolungata si hanno singole azioni dei reato con conseguente protrazione della flagranza. Considerato in diritto 1. II ricorso è fondato. Con riferimento alla tipologia dei reati a consumazione prolungata, questa Corte ha affermato che il furto di energia elettrica rientra tra i delitti a consumazione prolungata o a condotta frazionata , perché l'evento continua a prodursi nel tempo, sebbene con soluzione di continuità, sicché le plurime captazioni di energia che si susseguono nel tempo costituiscono singoli atti di un'unica azione furtiva, e spostano in avanti la cessazione della consumazione fino all'ultimo prelievo Cass. Sez. 4, Sentenza n. 1537 del 02/10/2009 dep. 14/01/2010 Rv. 246294. In applicazione del principio, la Corte ha ritenuto che il delitto è flagrante se all'atto dell'intervento della P.G. la captazione di energia elettrica è ancora in atto . Nel caso in esame è ipotizzato il reato di truffa aggravata in danno di ente pubblico conseguente alla percezione di assegno di accompagnamento conseguente ad artifici e raggiri. Trattandosi di reato a consumazione prolungata il reato è flagrante in relazione ad ogni singola percezione di danaro. 2. L'ordinanza impugnata deve pertanto essere annullata con rinvio al Tribunale di Velletri per nuovo esame. P.Q.M. Annulla l'ordinanza impugnata con rinvio al Tribunale di Velletri per nuovo esame.