La trasformazione del sottotetto in vano abitabile necessita di autorizzazione

La trasformazione del vano sottotetto non abitabile in ambiente residenziale comporta sempre la necessaria valutazione di sicurezza, con conseguente divieto di iniziare i lavori senza l’autorizzazione scritta del competente ufficio tecnico della regione.

Così si è espressa la Corte di Cassazione nella sentenza n. 15429, depositata il 15 aprile 2015. Il fatto. L’imputato per il reato di cui agli artt. 93 e 95 del d.P.R. n. 380/2001 denunzia dei lavori e presentazione dei progetti di costruzioni in zone sismiche , propone ricorso per cassazione contro la sentenza di condanna alla pena di ammenda di 400,00 euro del Tribunale di Salerno. La vicenda riguarda l’abusiva trasformazione in vano abitabile del sottotetto di pertinenza dell’abitazione del ricorrente, sita in zona sismica ed effettuata senza il preventivo deposito dei progetti al competente sportello unico. Il ricorrente denuncia l’inapplicabilità, al caso di specie, degli artt. 93 e 95 del d.P.R. n. 380/2001, applicabili alle sole costruzione, riparazioni e sopraelevazioni. Intervento edilizio in zona sismica. Il Collegio non è d’accordo con quanto sostenuto dal ricorrente e, riprendendo quanto ormai consolidato nella giurisprudenza in legittimità, afferma che qualsiasi intervento edilizio in zona sismica, comportante o meno l’esecuzione di opere in conglomerato cementizio armato, diverso dalla semplice manutenzione ordinaria, deve essere previamente denunciato al competente ufficio al fine di consentire i preventivi controlli e necessita del rilascio del preventivo titolo abilitativo, conseguendone, in difetto, violazione dell’art. 95, d.P.R. n. 380/2001 . Cambio di destinazione d’uso del sottotetto in vano abitabile La modifica della destinazione d’uso del locale sottotetto in vano abitabile, precisa il Collegio, non può essere considerata un intervento di manutenzione ordinaria, perché si tratta di un intervento di ristrutturazione edilizia. Aggiunge, altresì, che il D.M. Ministero delle Infrastrutture del 2008, disciplina gli interventi non dichiaratamente strutturali effettuati su edifici esistenti, statuendo che le costruzioni esistenti devono essere sottoposte a valutazione della sicurezza quando ricorra anche una delle seguenti situazioni cambio della destinazione d’uso della costruzione o di parti di essa, con variazione significativa dei carichi variabili e/o della classe d’uso della costruzione . necessaria la valutazione di sicurezza e la conseguente autorizzazione ad iniziare i lavori. I sottotetti e gli ambienti residenziali, ricorda il Collegio, hanno carichi variabili diversi. Ne deriva che, la trasformazione del sottotetto non abitabile in ambiente residenziale comporta sempre la necessaria valutazione di sicurezza, con conseguente divieto di iniziare i lavori senza l’autorizzazione scritta del competente ufficio tecnico della regione. Per tali ragioni, la S.C. ha rigettato il ricorso e condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali.

Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza 10 luglio 2014 – 15 aprile 2015, n. 15429 Presidente Teresi – Relatore Aceto Ritenuto in fatto 1. Il sig. L.S. ricorre per l'annullamento della sentenza del 26/02/2013 con la quale il Tribunale di Salerno l'ha condannato alla pena di Euro 400,00 di ammenda per il reato di cui agli artt. 93 e 95, d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, commesso in omissis . La vicenda riguarda l'abusiva trasformazione in vano abitabile del sottotetto di pertinenza dell'abitazione del ricorrente, sita in zona sismica ed effettuata in assenza del preventivo deposito dei progetti presso il competente sportello unico. Con unico motivo, il L. , avuto riguardo alla natura dell'intervento messa in opera di parquet, apposizione di un radiatore, installazione di infissi e serramenti, apposizione di servizi igienici in costanza di impianti di scarico già esistenti , eccepisce l'inapplicabilità, al caso di specie, degli artt. 93 e 95, d.RR. 380/2001, applicabili, invece, alle sole costruzioni, riparazioni e soprelevazioni. Considerato in diritto 2. Il ricorso è infondato. 3. Qualsiasi intervento edilizio in zona sismica, comportante o meno l'esecuzione di opere in conglomerato cementizio amato, diverso dalla semplice manutenzione ordinaria, deve essere previamente denunciato al competente ufficio al fine di consentire i preventivi controlli e necessita del rilascio del preventivo titolo abilitativo, conseguendone, in difetto, la violazione dell'art. 95 del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 Sez. 3, 34604 del 17/06/2010 cfr., altresì, Sez. 3, n. 45958 del 26/10/2005, che ha condivisiblmente affermato che la normativa antisismica non distingue tra opere interne ed opere esterne, ma prescrive il controllo di qualsiasi costruzione, riparazione o sopraelevazione. La giurisprudenza di questa corte nel concetto di costruzione, sotto il vigore della disciplina previgente, faceva rientrare qualsiasi opera a prescindere dal titolo abilitativo richiesto concessione o autorizzazione e dalle sue caratteristiche o dimensioni e ciò al fine di consentire il controllo preventivo e documentale dell'attività edile eseguita in zone sismiche Cass. n. 10640 del 1985 21 luglio 1992 n. 8140 Cass. Sez. 3, n. 7353 del 1995 2 giugno n. 1999 n. 6923 . La vigilanza sull'attività edilizia nei comuni considerati sismici si affianca a quella ordinaria basata sul rilascio di un titolo abilitativo conforme alle prescrizioni urbanistiche ed edilizie. Nelle zone sismiche l'attività edilizia è quindi soggetta ad un duplice controllo a quello operato dall'ufficio tecnico regionale, riguardante la sicurezza delle costruzioni rispetto ai fenomeni sismici, ed a quello dell'autorità comunale, attinente all'osservanza degli strumenti urbanistici e dei regolamenti edilizi. Quindi, sia in base alla disciplina attuale, che a quella previgente, qualsiasi intervento edilizio, fatta eccezione per quelli di semplice manutenzione ordinaria, se eseguito in zona sismica deve essere preventivamente denunciato all'ufficio tecnico al fine di consentire i dovuti controlli in merito al rispetto della disciplina vigente in materia di costruzione in zone sismiche” . La modifica della destinazione d'uso del locale sottotetto in un vano abitabile non può essere considerata alla stregua di un intervento di manutenzione ordinaria perché si tratta di un intervento di ristrutturazione edilizia, in questo caso con opere messa in opera di parquet, apposizione di un radiatore, installazione di infissi e serramenti, apposizione di servizi igienici in costanza di impianti di scarico ancorché già esistenti . Va peraltro aggiunto che il D.M. Ministero delle Infrastrutture del 14/01/2008 - Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni in cemento armato ed in zone sismiche Pubblicato nella Gazz. Uff. 4 febbraio 2008, n. 29, S.O. , disciplina espressamente capitolo 8 gli interventi non dichiaratamente strutturali effettuati su edifici esistenti, prescrivendo paragrafo 8.3 che le costruzioni esistenti devono essere sottoposte a valutazione della sicurezza quando ricorra anche una delle seguenti situazioni cambio della destinazione d'uso della costruzione o di parti di essa, con variazione significativa dei carichi variabili e/o della classe d'uso della costruzione”. Sottotetti ed ambienti residenziali hanno carichi variabili diversi capitolo 3, paragrafo 3.1.4 ne consegue che la trasformazione del vano sottotetto non abitabile in ambiente residenziale comporta sempre la necessaria valutazione di sicurezza, con conseguente divieto di iniziare i lavori senza l'autorizzazione scritta del competente ufficio tecnico della regione. Il ricorso deve pertanto essere respinto e il ricorrente condannato alla spese del procedimento. P.Q.M. Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.