Alunno infortunato nel plesso scolastico prima dell’inizio delle lezioni: la scuola è responsabile?

Dall’iscrizione alla scuola deriva, a carico di essa, l’obbligazione di vigilare sulla sicurezza e l’incolumità dell’allievo nel tempo in cui questi fruisce della prestazione scolastica in tutte le sue manifestazioni.

È quanto affermato dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 14701, depositata il 19 luglio 2016. Il caso. Prima che squillasse la campanella di inizio delle lezioni, uno studente delle scuole elementari subiva un infortunio all’interno del plesso scolastico il bambino veniva infatti spinto da alcuni alunni mentre percorreva il corridoio principale che portava alla sua classe e cadendo malamente a terra subiva la rottura parziale di due denti. I genitori del ragazzino convenivano dunque in giudizio il Direttore Didattico pro tempore della scuola elementare, nonché il Ministero della Pubblica istruzione nella persona del Ministro pro tempore. Il Tribunale dell’Aquila rigettava la domanda attorea previa declaratoria del difetto di legittimazione passiva del settore didattico ai sensi dell’art. 61 l. n. 312/80 che prevede la surroga del Ministero. Nel merito rilevava poi che dalle prove testimoniali era emerso che l’evento lesivo si era verificata prima dell’inizio delle lezioni, quindi in assenza dei maestri. La sentenza veniva poi confermata dalla Corte d’appello dell’Aquila. Avverso detta decisione lo studente, ormai maggiorenne, propone ricorso per cassazione sulla base di quattro motivi. Il danno cagionato da un incapace. Dei diversi motivi presentati dal ricorrente, l’unico ritenuto fondato dalla Corte e che ha dunque giustificato la cassazione della sentenza con rinvio alla Corte d’appello dell’Aquila, è il terzo. Con esso il ricorrente lamenta la violazione e falsa applicazione degli artt. 2047 e 2048 c.c., nonché dell’art. 2697 c.c. in tema di riparto dell’onere probatorio in relazione all’art. 360, n 3, c.p.c. per avere erroneamente la corte territoriale rigettato l’appello e con esso la domanda attorea al rilievo che il Ministero convenuto aveva fornito idonea prova liberatoria . Deduce infatti la violazione di tali articoli adducendo di aver ottemperato ai propri oneri probatori in relazione alle invocate responsabilità ex art. 2047 e 2048 c.c L’onere della prova. La Corte ricorda innanzitutto che, per la sussistenza di responsabilità contrattuale ed extracontrattuale, che possono sorgere qualora un alunno subisca un danno durante il periodo in cui è affidato alla scuola, è onere dell’attore dimostrare il presupposto di fatto dell’avvenuto inserimento dello studente nella struttura scolastica. Il giudice di merito, infatti, per escludere la responsabilità della scuola, sostiene che lo stesso attore ha collocato il fatto ad un preciso orario le 8.15 , che, essendo prima dell’inizio delle attività scolastiche, rientra nelle attività gestite direttamente dal Comune con i servizi pre-scuola. La responsabilità della scuola. Tale affermazione, però, contrasta con il principio secondo cui dall’iscrizione alla scuola deriva, a carico di essa, l’obbligazione di vigilare sulla sicurezza e l’incolumità dell’allievo nel tempo in cui questi fruisce della prestazione scolastica in tutte le sue manifestazioni tra cui l’obbligo di vigilare sull’idoneità dei luoghi, predisponendo gli accorgimenti necessari in conseguenza del loro stato . Spetterà dunque all’amministrazione scolastica dimostrare di aver esercitato la sorveglianza degli allievi con diligenza idonea a impedire il fatto dannoso. La responsabilità della scuola per le lesioni riportate da un alunno minore all’interno dell’istituto in conseguenza della condotta colposa del personale scolastico ricorre dunque anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto al di fuori dell’orario delle lezioni, ove ne sia consentito l’ingresso anticipato nella scuola, sussistendo l’obbligo delle Autorità scolastiche di vigilare sul comportamento degli scolari per tutto il tempo in cui essi si trovano legittimamente nell’ambito della scuola infatti la giovanissima età degli studenti doveva indurre il personale ad adottare le opportune cautele preventive. Incombe infatti sempre sulla scuola il dovere di organizzare la vigilanza degli alunni sia in relazione all’uso degli spazi comuni durante l’entrata e l’uscita da scuola, sia sul controllo dei materiali in uso.

Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza 18 marzo – 19 luglio 2016, numero 14701 Presidente Amendola – Relatore Pellecchia Svolgimento del processo 1. La vicenda trae origine da un infortunio occorso ad un studente delle scuole elementari all’interno del plesso scolastico prima che squillasse la campanella di inizio delle lezioni. Nel luglio 1999, D.T.A. e D.P.I. , quali genitori esercenti la patria potestà sul figlio minore L. , convennero in giudizio il Direttore Didattico, pro-tempore, della scuola Elementare omissis con sede in via omissis nel comune di omissis , nonché il Ministero della Pubblica istruzione, in persona del Ministro pro-tempore. Esposero gli attori che il omissis , alle ore 8.15 circa, il loro figlio L. , alunno della terza elementare, mentre stava percorrendo il corridoio principale che portava alla sua classe, venne spinto da alcuni alunni, suoi coetanei, e cadendo malamente a terra subì la rottura parziale di due denti. Si costituì il Ministero della Pubblica Istruzione contestando la domanda attorea, sia nell’affermare l’operatività della polizza assicurativa, sia nell’evidenziare la estraneità del personale didattico e non didattico al fatto lesivo dovuto invece alla indisciplina e non educazione degli studenti. Aggiunse, anche, che il fatto si era verificato repentinamente per cui non si profilava né dolo né colpa grave del personale. Chiese inoltre di chiamare la Fondiaria Assicurazioni, ai fini della manleva, che si costituì regolarmente. Il Tribunale dell’Aquila, con la sentenza numero 364/2004, rigettò la domanda attorea previa declaratoria del difetto di legittimazione passiva del direttore didattico ai sensi dell’articolo 61 L. 312/1980 che prevede la surroga del ministero. Tale punto della sentenza, tra l’altro, è passato in giudicato. Nel merito, rilevò che dalle prove testimoniali era emerso che l’evento lesivo si era verificato prima dell’inizio delle lezioni, quindi in assenza dei maestri ed in costanza di tutela affidata al Comune di omissis che, tra l’altro, aveva effettuato il trasporto del minore da casa alla scuola. 2. La decisione è stata confermata dalla Corte d’Appello dell’Aquila, con sentenza numero 1301 del 6 dicembre 2012. 3. Avverso tale decisione, D.T.L. propone ricorso in Cassazione sulla base di 4 motivi, illustrati da memoria. 3.1 Resiste con controricorso Unipolsai Assicurazioni, già Fondiaria Sai spa. Motivi della decisione 4.1. Con il primo motivo, il ricorrente deduce il vizio di omessa pronuncia per violazione e falsa applicazione degli artt. 112, 115, 244, 245, 246, 253 c.p.c in relazione all’art. 360 numero 4 c.p.c. error in procedendo per avere la corte territoriale Aquilana erroneamente posto a base della decisione di rigetto dell’appello fatti impeditivi a torto ritenuti suscettibili di provocare la reiezione della domanda attorea, fatti ed accadimenti mai eccepiti e dedotti dalle parti convenute e tanto meno spesi a supporto di tesi confutative della stessa . Lamenta D.T. che il rigetto dell’appello per mancato adempimento dell’onere probatorio gravante sugli attori sia stato conseguente a delle eccezioni non proposte dalla parte interessata, ma scrutinate d’ufficio, in ipotesi non consentita dalla legge. Secondo il ricorrente l’eccezione presa in considerazione d’ufficio dalla corte territoriale, e prima di essa dal tribunale, è quella relativa alla responsabilità ascrivibile al Comune di omissis , ente diverso rispetto al personale scolastico, in ragione della fascia oraria. 4.2. Con il secondo motivo, denuncia il vizio di omessa pronuncia error in procedendo rilevante ai sensi dell’art. 360 numero 4 c.p.c. per avere la corte territoriale Aquilana omesso alcun cenno quanto ai motivi d’appello aventi ad oggetto la contestazione per altro già esternata e sollevata ritualmente in primo grado dall’ammissione della prova testimoniale sollecitata dalla convenuto ministero vieppiù con riferimento alla escussione dei testi S.M. e R.R. . Il ricorrente sostiene che la Corte d’Appello ha omesso di pronunciarsi sui motivi d’appello aventi ad oggetto la contestazione dell’ammissione della prova testimoniale richiesta dal ministero convenuto. 4.3. Con il terzo motivo, il ricorrente lamenta la violazione e falsa applicazione degli artt. 2047 e 2048 c.c., nonché dell’art. 2697 c.p.c. in tema di riparto dell’onere probatorio in relazione all’art. 360 numero 3 c.p.c. per avere erroneamente la corte territoriale aquilana rigettato l’appello e con esso la domanda attorea al rilievo che il ministero convenuto aveva fornito idonea prova liberatoria . Deduce la violazione dei suddetti articoli adducendo di aver ottemperato ai propri oneri probatori in relazione alle invocate responsabilità ex articolo 2047 e 2048 c.c. 4.4. Con il quarto motivo, il ricorrente lamenta il vizio di omessa pronuncia rilevante agli sensi dell’art. 360 numero 4 c.p.c. con conseguente violazione degli artt. 91 e 269 c.p.c. in merito alle eccezioni concernenti la contestata ritualità della chiamata in garanzia della compagnia assicuratrice da parte del ministero segnatamente con riferimento alle spese e competenze legali liquidate a favore del chiamato e poste a carico degli attori. Anomala ed irrituale determinazione delle spese di lite posta a carico degli attori senza imputazione e senza riferimento ai soggetti interessati. Totale difetto di motivazione in merito alla quantificazione degli importi . Con tale motivo si duole della condanna alle spese legali sia in generale sia nei confronti del chiamato in garanzia. 5. Il primo motivo è infondato. La circostanza prese in esame dai giudici del merito quella cioè della responsabilità ascrivibile al Comune di OMISSIS ente diverso rispetto al personale scolastico in ragione della fascia oraria è stata in realtà sollevata in tutti gli scritti difensivi da parte dell’amministrazione scolastica. 5.1. Occorre ora prioritariamente esaminare il terzo motivo, che è fondato. La sentenza impugnata, premette che quando un alunno subisce un danno durante il periodo in cui è affidato alla scuola possono concorrere due diversi tipi di responsabilità, quella contrattuale e quella extracontrattuale ed è onere dell’attore dimostrare l’avvenuto inserimento dello studente nella struttura scolastica. Quindi, è onere dell’attore, in entrambi i casi di responsabilità, dimostrare tale presupposto in fatto. Nella specie, il giudice del merito, per escludere la responsabilità della scuola, sostiene che è lo stesso attore a collocare il fatto ad un preciso orario, le 8.15, quindi prima dell’inizio delle attività scolastiche 8,30 , orario rientrante, invece, nelle attività gestite direttamente dal Comune con i servizi di pre-scuola. Ma in realtà, tale affermazione contrasta con il principio secondo cui dall’iscrizione alla scuola, deriva, a carico di essa, l’obbligazione di vigilare sulla sicurezza e l’incolumità dell’allievo nel tempo in cui questi fruisce della prestazione scolastica in tutte le sue manifestazioni. Tra questi c’è anche l’obbligo di vigilare sull’idoneità dei luoghi, predisponendo gli accorgimenti necessari in conseguenza del loro stato. Quindi spetta all’amministrazione scolastica dimostrare di aver esercitato la sorveglianza sugli allievi con diligenza idonea ad impedire il fatto dannoso cfr. Cass. numero 3081/2015 Cass. numero 3680/2011 Cass. numero 24997/2008 . La responsabilità della scuola per le lesioni riportate da un alunno minore all’interno di un istituto di istruzione in conseguenza della condotta colposa del personale scolastico, ricorre anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto al di fuori dell’orario delle lezioni, ove ne sia consentito l’anticipato ingresso nella scuola o la successiva sosta, sussistendo l’obbligo delle Autorità scolastiche di vigilare sul comportamento degli scolari per tutto il tempo in cui costoro vengono a trovarsi legittimamente nell’ambito della scuola fino al loro effettivo licenziamento Cass. numero 1623/1994 . La responsabilità della scuola scatta dal momento in cui il minore si reca all’interno della scuola dove c’è del personale addetto proprio al controllo bidelli degli studenti la cui giovanissima età doveva indurre il personale ad adottare le opportune cautele preventive, indipendentemente da qualsiasi segnalazione di pericolo da parte degli stessi. Ed infatti, incombe sempre sulla scuola il dovere di organizzare la vigilanza degli alunni sia in relazione all’uso degli spazi comuni durante l’entrata, sia all’uscita da scuola, sia sul controllo dei materiali e prodotti in uso. Nel caso di specie il minore era entrato all’interno della scuola per recarsi in classe sotto l’osservanza del personale scolastico bidelli . 5.2. In considerazione dell’accoglimento del terzo motivo di ricorso il secondo e quarto motivo sono assorbiti. 6. La Corte rigetta il primo motivo di ricorso, accoglie il terzo motivo, dichiara assorbiti il secondo ed il quarto motivo, cassa la sentenza impugnata in relazione al motivo accolto e rinvia la causa alla Corte di Appello dell’Aquila, in diversa composizione, per nuovo esame alla luce dei principi di diritto innanzi richiamati. Il giudice di rinvio provvederà altresì sulle spese anche di questo giudizio. P.Q.M. la Corte rigetta il primo motivo di ricorso, accoglie il terzo motivo, dichiara assorbiti il secondo ed il quarto motivo, cassa la sentenza impugnata in relazione al motivo accolto e rinvia la causa alla Corte di Appello dell’Aquila, in diversa composizione, per nuovo esame alla luce dei principi di diritto innanzi richiamati. Il giudice di rinvio provvederà altresì sulle spese anche di questo giudizio.