Pensione di inabilità: occhio ai requisiti per determinarla!

Ai fini della pensione di invalidità e, in generale, del diritto ai benefici assistenziali, occorre tenere conto non solo del requisito economico ma anche di quello sanitario.

E’ quanto stabilito dalla Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 17461/16, depositata il 1° settembre. Accadeva che Il Tribunale di Brindisi respingeva la domanda di pensione di inabilità civile avanzata da un uomo sebbene fosse stata accertata un’invalidità pari al 100%, veniva ritenuto superato dall’assistito il limite reddituale. La Corte d’appello di Lecce accoglieva solo parzialmente il gravame proposto, affermando che l’accertamento da parte del CTU del requisito sanitario costituisse cosa giudicata e riconoscendo il diritto alla pensione solo a partire da una certa data riteneva, infatti, che il requisito reddituale fosse carente per il periodo precedente l’entrata in vigore del d.l. n. 76/2013. L’INPS ricorre in Cassazione. Il requisito sanitario ha natura costitutiva. A parere dell’INPS, i Giudici salentini hanno errato nel ritenere che sul requisito sanitario si sia formato il giudicato e che, per questo, non potendo essere accertata la sua effettiva esistenza, non può riconoscersi il diritto al beneficio richiesto. Al contrario, il requisito sanitario in questione ha natura costitutiva, allo stesso modo di quello reddituale e se ne deve, dunque, valutare la sussistenza. A maggior ragione nel caso di specie, in cui si è in presenza di una patologia che può migliorare nel corso del tempo. Requisito sanitario e reddituale vanno considerati entrambi. Ne deriva che, per l’assegno di invalidità previsto a favore di mutilati e invalidi civili, l’aspetto sanitario e quello reddituale vanno considerati entrambi l’obiettivo è, infatti, la tutela di una fascia sociale debole, non solo a causa di condizioni economiche disagiate e dell’età ma anche per uno stato di salute precario. È giusto, pertanto, che ai fini della pensione di invalidità e, in generale, del diritto ai benefici assistenziali, si tenga conto non solo del requisito economico ma anche di quello sanitario e il ricorso volto in tal senso non può che trovare accoglimento.

Corte di Cassazione, sez. VI Civile - L, ordinanza 19 aprile – 1 settembre 2016, n. 17461 Presidente Curzio – Relatore Arienzo Fatto e diritto La causa è stata chiamata all'adunanza in camera di consiglio dei 19.4 2016, ai sensi dell'art. 375 c.p.c., sulla base della seguente relazione, redatta a norma dell'art. 380 bis c.p.c. II Tribunale di Brindisi respingeva la domanda di pensione di inabilità civile avanzata da F.P., sul rilievo che, pur avendo la c.t.u. medico legale accertato il 100% di invalidità, risultava superato dall'assistito il limite reddituale. La Corte di Appello di Lecce, con sentenza del 22.7.2014, accoglieva parzialmente il gravame del F. e dichiarava il diritto del predetto alla pensione di inabilità civile con decorrenza dal 28.6.2013, condannando l'istituto al pagamento delle relativa prestazione, oltre accessori come per legge, dalla data di maturazione del diritto. Riteneva la Corte che l'accertamento sanitario effettuato dal Ctu di primo grado costituiva cosa giudicata e che il requisito reddituale fosse carente per il periodo precedente all'entrata in vigore dei D. L. n. 76 del 28.6.2013, dovendo ritenersi, ai fini dell'accertamento suddetto, la rilevanza anche dei reddito del coniuge, solo dopo la modifica normativa potendo escludersi ai fini della determinazione del reddito quello percepito da altri componenti del nucleo familiare dell'assistito. Per la cassazione di tale decisione ricorre INPS, affidando l'impugnazione ad unico motivo, cui resiste, con controricorso, il F Il Comune di Ostuni è rimasto intimato. Viene dedotta violazione e falsa applicazione degli artt. 324 e 346 cpc, dell'art. 2909 c. c. e dell'art. 12 della legge 118171, ai sensi dell'art. 360, nn. 3 e 4 , cpc, sul rilievo che era erronea l'affermazione che sul requisito sanitario si fosse formato il giudicato e che non poteva riconoscersi il diritto al beneficio richiesto senza avere accertato l'effettiva esistenza del requisito sanitario. Evidenzia che era dei tutto ininfluente che nel giudizio di primo grado fosse stata espletata ctu che aveva riconosciuto il F. invalido al 100%, perché l'INPS aveva dissentito da tale conclusione, attraverso il proprio ct di parte e perché, in ogni caso, il requisito sanitario, al pari di quello reddituale, ha natura costitutiva, onde il giudice dei gravame doveva valutare la sussistenza, non essendovi alcun riferimento allo stesso nella sentenza di primo grado. Osserva che, peraltro, dalla perizia d'ufficio dei 2011 si evinceva che, essendo la patologia suscettibile di miglioramenti, doveva considerarsi una revisione a due anni, per cui non poteva escludersi che la valutazione dei quadro patologico potesse portare a diverse conclusioni. Va respinto il rilievo di inammissibilità del ricorso formulato dal controricorrente, posto che i motivi, diversamente da quanto assunto, risultano specificati, in conformità a quanto richiesto dall'art. 366, n. 4, c.p.c. e che il richiamo all'art. 125 cpc a sostegno del rilievo di improcedibilità dell'impugnazione è inconferente. Nel merito, è sufficiente il richiamo al principio espresso da questa Corte, secondo il quale Con riferimento all'assegno d'invalidità previsto dall'art. 13 della legge n. 118 del 1971 a favore dei mutilati ed invalidi civili, il requisito relativo alle condizioni reddituali integra un fatto costitutivo dei diritto alla stessa stregua di quello riguardante gli aspetti sanitari, come si deduce sia da elementi letterali, sia dalla ratio di una normativa coordinatamente volta a tutelare le situazioni di debolezza sociale caratterizzate dal concorso di disagiate condizioni economiche e di età avanzata ovvero eventualmente anche in concorso con quest'ultima di menomazione dello stato di salute artt. 26 legge n. 153 dei 1969, 12 e 13 legge n. 118 del 1971 . Conseguentemente, se, nel caso in cui il diritto all'assegno sia stato dichiarato in primo grado sulla base soltanto dell'accertamento del requisito sanitario, è onere dell'amministrazione convenuta appellare la relativa pronuncia anche per l'omesso accertamento delle condizioni economiche, pena il formarsi dei giudicato interno implicito sull'esistenza di tale fatto costitutivo del diritto alla prestazione, quando, invece, come nella specie la domanda sia stata rigettata in base all'esclusione dei requisito sanitario, e manchi qualsiasi esame circa il requisito economico, il Ministero dell'interno, totalmente vittorioso, non ha alcun onere di impugnativa, e neanche ha la necessità di rilevare in appello il mancato accertamento delle condizioni economiche, in quanto l'art. 346 cod. proc. civ. impone di riproporre espressamente, a pena di decadenza, le eccezioni in senso proprio e non anche le semplici difese, dirette ad evidenziare il difetto di un elemento costitutivo della domanda. Pertanto la stessa parte può dolersi in cassazione della omessa verifica del requisito reddituale da parte del giudice di appello che abbia accolto la domanda cfr. Cass. 14.12.1995 n. 12800 . Il principio richiamato vale evidentemente anche con riferimento alla pensione e pure ove risulti il rigetto della domanda in primo grado sulla base del solo esame del requisito economico, essendo pacifica la natura costitutiva anche del requisito sanitario ai fini dei riconoscimento dei diritto ai benefici assistenziali. Poiché la Corte territoriale ha omesso ogni esame del requisito sanitario, non sussistendo alcun onere, a pena di decadenza, per l'INPS di riproposizione di eccezioni al riguardo, si propone, ai sensi dell'art. 375, n. 5, c.p.c., l'accoglimento del ricorso, la cassazione dell'impugnata decisione, con rinvio alla Corte designanda per l'esame omesso . Sono seguite le rituali comunicazioni e notifica della suddetta relazione, unitamente al decreto di fissazione della presente udienza in Camera di consiglio. il controricorrente ha depositato memoria ai sensi dell'art. 380 bis, 2° comma, c.p.c Il Collegio ritiene di condividere integralmente il contenuto e le conclusioni della riportata relazione - dovendo disattendersi le osservazioni di cui alla memoria del F. - e concorda, pertanto, sull'accoglimento dei ricorso, con cassazione della pronunzia impugnata. La causa va rimessa alla Corte di appello di Lecce in diversa composizione, per l'esame dei requisito sanitario. P.Q.M. La Corte accoglie il ricorso, cassa la decisione impugnata e rinvia, anche per le spese, alla corte di appello di Lecce, in diversa composizione.